Matrimoni in chiesa

9 Febbraio 2018



Matrimoni in chiesa
Matrimoni in chiesa

Con l’aumento dei matrimoni aumentano anche i matrimoni in chiesa?

Nonostante il numero dei matrimoni sia in ripresa come abbiamo visto in un articolo precedente, continua tuttavia il calo di quelli con rito religioso. Nel 2015, per esempio, la percentuale di matrimoni civili raggiunge il 45 % (nel 2008 erano il 37 %). Quindi, in un paese tradizionalmente cattolico come l’Italia oggi quasi metà dei matrimoni contratti non è religioso.

A che cosa è dovuta questa diminuzione?

Possiamo cercare di spiegarla in diversi modi.

Questa diminuzione è dovuta in parte all’aumento dei secondi matrimoni che la Chiesa non riconosce. Teniamo conto che nel 2015 le seconde nozze o successive sono state 33.579, il 17% dei matrimoni totali.

Un’altra causa è individuabile nella presenza di matrimoni con cittadini stranieri che potrebbero professare un’altra religione. In effetti, nel 2015, i matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati 24.018. Ma, anche se il loro numero è rilevante, è andato diminuendo rispetto al 2008 quando si erano celebrati ben 36.918 matrimoni.

Tuttavia, le due cause sopra descritte non bastano a spiegare la diminuzione dei matrimoni religiosi. Infatti, anche fra i primi matrimoni contratti fra italiani la percentuale di quelli civili è passata dal 20% del 2008 al 30% nel 2015.

Ci sono differenze fra le regioni italiane nella scelta del rito civile?

Sì. Ci sono differenze notevoli. Sempre considerando i primi matrimoni fra italiani, le percentuali variano fra il 40% registrato nelle regioni del Nord-est e del Centro e il 20% in quelle del Sud Italia.

Matrimoni in chiesa

Primi matrimoni civili di sposi entrambi italiani per regione di residenza della sposa. Anno 2015, valori percentuali (Fonte: ISTAT, Matrimoni, separazioni e divorzi, Report 14 novembre 2016, p.4)

 

Se invece estendiamo l’analisi al totale dei matrimoni contratti in Italia, quindi anche ai secondi matrimoni e a quelli dove ci sia uno sposo straniero, le differenze fra le diverse zone d’Italia aumentano. Il massimo dei matrimoni con rito civile lo riscontriamo nel Nord Est con il 58% del totale contro il 26% nel Sud. A livello di regione, i matrimoni civili in percentuale maggiore si rilevano in Val d’Aosta dove arrivano al 65% mentre la percentuale minima si ha in Basilicata con il 16%.

Per questi sposi quali possono essere le motivazioni che li spingono verso un matrimonio civile?

Innanzitutto, la disaffezione verso la Chiesa, la diminuzione dei cattolici praticanti, ma anche la paura a impegnarsi in un matrimonio indissolubile e la non condivisione dei valori e degli obblighi che esso comporta. Quegli sposi, poi, che anche in passato sceglievano la chiesa perché volevano fare una cerimonia sontuosa, oggi non sono più costretti a celebrare il matrimonio in una anonima sala municipale. I comuni mettono a disposizione luoghi suggestivi che vanno dalla casa di Giulietta a Verona, ai vari castelli, palazzi e ville sparsi in tutta Italia.

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Rosantonietta Scramaglia

Laureata in Architettura e in Lingue e Letterature Straniere, ha conseguito il Dottorato in Sociologia e Metodologia della Ricerca Sociale. Ha compiuto studi e svolto ricerche in Italia e in vari Paesi. Attualmente è Professore Associato in Sociologia presso l’Università IULM di Milano. È socia fondatrice di Istur – Istituto di Ricerche Francesco Alberoni. È autrice di oltre settanta pubblicazioni fra cui parecchie monografie.

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