Perché Beckett scriveva in lingua francese?

16 Maggio 2025



Ritratto uomo anziano, Torre Eiffel sullo sfondo

Samuel Beckett nacque a Dublino nel 1906 in una famiglia protestante. Studiò francese, italiano e inglese al Trinity College dal 1923 al 1927. Dopo la laurea e alcuni soggiorni studio in Germania presso degli zii, il 1 settembre 1927 assunse un incarico di insegnamento all'École Normale Supérieure di Parigi, dove conobbe James Joyce, che avrebbe avuto un profondo effetto sulla sua precoce carriera letteraria. Tornato nel 1930 al Trinity College come docente, abbandonò l’incarico nel 1932 per scrivere a tempo pieno. Dopo aver girato l’Europa per anni scrivendo poesia e narrativa breve, si stabilì a Parigi nel 1937. Si unì alla Resistenza francese come traduttore e fattorino durante la Seconda Guerra Mondiale. Il governo francese gli conferì la Croce di Guerra e la Medaglia della Resistenza per i suoi sforzi contro l'occupazione tedesca. Finito il conflitto mondiale, lavorò come autista per la Croce Rossa francese, il che gli consentì di mantenere la residenza a Parigi.

Solo nel febbraio 1946, durante la stesura di Suite, capì di voler usare la lingua francese in prima battuta per la stesura delle sue opere, decisione che perdurerà circa dieci anni. Del “periodo francese” fanno parte i romanzi Molloy, Malone muore e L'innominabile, così come le opere teatrali Aspettando Godot (Parigi, 1953) e Finale di Partita. Sebbene fosse madrelingua inglese, scelse di scrivere in francese perché, come affermava, era più facile scrivere "senza stile". Poiché le sue opere apparvero anche in inglese, per lo più tradotte dallo stesso Beckett, possiamo dire che appartengono a due letterature. La fama di Beckett si basa principalmente sull'opera Aspettando Godot, estremamente apprezzata e rappresentata ancora oggi. Opere grazie alle quali venne riconosciuto come il principale rappresentante del Teatro dell'Assurdo. Potete approfondire leggendo l'articolo “Samuel Beckett e il teatro dell’assurdo, dalla carriera accademica a Waiting for Godot”

Ma perché Samuel Beckett decide di scrivere in una lingua diversa dalla sua lingua madre?

Principalmente, sceglie di voler scrivere “senza stile” (Carriere, 2005,pp. 45,83). Elimina il superfluo e sceglie di “pesare” le parole

«pelando gli strati di dettagli inutili dalla sua prosa, massimizzando la sua capacità nell’uso delle tecniche narrative» (Carriere, 2005, p. 3).

Attraverso la sintesi nell’uso della lingua, può esplorare temi metafisici e autobiografici difficilmente affrontabili, all’epoca, nella sua lingua madre. Ciò lo porta a tradurre da sé le opere di questo decennio dal francese all’inglese (Carriere, 2005, p. 6).

Un altro aspetto da tenere in considerazione può derivare dal saggio del 1942, Il mito di Sisifo, in cui Albert Camus descrive l’‘assurdo’ come scontro tra l’irrazionale e il desiderio umano impellente di felicità e ragione. L’assurdo nascerebbe da questo confronto tra bisogno umano e l’irrazionale silenzio del mondo. La lingua francese potrebbe essere per Beckett la concreta rappresentazione dell’assurdità della condizione umana nel secondo dopoguerra. I personaggi beckettiani di questo periodo parlano molto senza trovare una soluzione, vivono marginalizzati in ambienti circoscritti, in condizioni di disagio fisico e tendenti all’immobilità: la speranza del cambiamento è tutto ciò che li tiene “attivi”. Beckett stesso, arruolatosi in un corpo francese durante il secondo conflitto mondiale, voleva probabilmente trasporre il senso di angoscia, debolezza e solitudine in cui sentiva se stesso e l’intero genere umano intrappolati durante il periodo bellico. L’uso della lingua francese, secondo Beckett, avrebbe potuto rappresentare sia un sintetico quanto efficace mezzo per veicolare il concetto dell’assurdo, sia la soluzione per uscire dall’impasse della condizione umana in quel particolare periodo storico, rendendosi conto della condizione umana attraverso un discorso “sterile” ma trovando allo stesso tempo un modo per andare avanti nonostante tutto.

Cosa ha fatto Beckett una volta concluso il “periodo francese”?

Negli anni '60 iniziò anche a scrivere per la radio e il cinema, per la televisione dalla metà degli anni '70. Ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1969. Morì nel 1989 e fu sepolto a Parigi.

Carriere, J. F. (2005). Samuel Beckett and bilingualism: How the return to English influences the later writing style and gender roles of “All that Fall” and “Happy Days” (p. 3,6,45,83). Louisiana State University and Agricultural & Mechanical College. doi:10.31390/gradschool_dissertations.2657

 

 

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