Perchè sono solo?

1 Maggio 2021



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buongiorno dottoressa,

Mi chiamo Pietro ho 65 anni. Mi considero un uomo normale, non sono bello, ma sono una persona colta, gentile, sensibile. Eppure da quando ho divorziato 15 anni fa, non riesco più ad avere una relazione affettiva. Penso di avere tante qualità, importanti per una donna, ma esse mi ignorano. Più precisamente, all’inizio, le donne che incontro e che mi interessano si mostrano gentili e sollecite, ma poi di colpo si allontanano. Secondo me lo fanno quando si accorgono che nonostante la mia cultura, non sono ricco e che ho un lavoro modesto da impiegato. Anche mia moglie mi lasciò quando dopo un lungo periodo in cui ero stato dirigente, non mi rinnovarono l’incarico.

Negli ultimi cinque anni ho conosciuto due donne, Paola, che dirige un museo importante e per qualche mese uscì con me, poi Antonia una docente  universitaria. Entrambe, dopo un buon inizio, non vollero approfondire la nostra amicizia. Le donne, a mio avviso, anche se dicono di non guardare al lato economico e allo status sociale in realtà sono molto attente a questo aspetto.

Devo rassegnarmi a stare solo?

Pietro

 

Cristina Cattaneo BerettaCaro Pietro,

lei tocca un problema di cui si parla poco,  che non riguarda lei soltanto ma molte persone.

Nella società tradizionale sposarsi era un atto dovuto e una delle attività che impegnava maggiormente le famiglie era trovare un marito adeguato per le proprie figlie. Si pensi alla figura di  Mrs Bennet nel romanzo Orgoglio e pregiudizio  la cui attenzione era totalmente e ansiosamente concentrata su questo difficile compito. Ma questo valeva anche per i maschi.

Ovviamente non si accasavano solo i ricchi, i belli, gli aristocratici. Anche i timidi, le bruttine, i più poveri, quelli con un difetto fisico. Così come i contadini o gli artigiani.  E ciascuno al livello giusto. Vi era infatti il detto: “belle o brutte si sposan tutte”.  Noi siamo un po’ scandalizzati nel leggere come venivano soppesati i pretendenti in base alle loro rendite o qualità, ma è indubbio che quell’intensa attività da sensale accoppiava per tutta la vita, il maggior numero di giovani. Risolveva un problema anche se ovviamente poteva non avere nessuno rapporto con l’amore.

Oggi sembra che si sia prodotta una vera  uguaglianza e la possibilità  per tutti  di trovare la persona adeguata e al proprio livello. Ma nella realtà tutti vogliono di più di quello che assicurava la società un tempo. Gli uomini vogliono le donne più belle e più giovani, le donne gli uomini più ricchi e più belli, anch’esse possibilmente giovani.

Ciascuno guarda in alto e tende a scartare e sottovalutare quello che non è al livello che lui sogna. Spesso quello più adatto a lui.

In questo modo si è prodotto un aumento di delusioni a cui segue la solitudine. E dopo una certa età, in genere si abbandona ogni ricerca.

Per venire al suo problema personale io le suggerisco due cose. Per prima cosa faccia in modo di migliorarsi.

Se si accorge che le persone si allontanano potrebbe essere perchè è lamentoso, ipocondriaco o depresso,  perchè parla sempre di se stesso, perchè dice sempre che va tutto male. Se è così deve cambiare questi suoi atteggiamenti in modo da rendersi gradevole. Migliori anche il suo aspetto. Se è grasso dimagrisca, se è vestito male cambi il guardaroba. Se è trasandato si curi di più. Migliori la postura.

Stia più in mezzo alla gente. Guardi come si comportano quelli che solitamente piacciono e vedrà che si interessano agli altri, se parlano con una donna la ascoltano attentamente, la fanno sentire importante.

Mi ha fatto due esempi di donne che ha desiderato che avevano un rango sociale molto elevato, forse quel ruolo sociale che lei desiderava raggiungere. Ma per quanto detto sopra anche loro probabilmente volevano qualcosa di più alto.

Vi sono molte donne che senza avere un rango elevato, sono estremamente gradevoli, capaci, buone, affettuose. E aspettano che qualcuno le scopra, si avvicini a loro. Valorizzi le loro qualità, i loro doni. Che le aiuti a fiorire.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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