Il matrimonio ieri e oggi

26 Maggio 2022



Il matrimonio ieri e oggi
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Modelli di famiglia

Noi siamo generalmente convinti che il matrimonio e la struttura della famiglia in Europa nell’era preindustriale, fossero caratterizzati da alcuni elementi ricorrenti. Ad esempio si ritiene che la popolazione europea che tra il '500 e il '600 era di circa 81 milioni di abitanti, si sposasse in età precoce e che le coppie mettessero al mondo numerosi figli; oltre dieci. Pensiamo anche che la struttura fosse rigidamente patriarcale e che le giovani coppie rimanessero a vivere presso i genitori formando un gruppo numeroso unito da vincoli di sangue.

In realtà negli ultimi decenni è stata prodotta una immensa mole di studi che mettono in luce una situazione geograficamente molto diversificata, con grandi differenze da un luogo a un altro e da una famiglia all’altra a seconda delle condizioni sociali, delle convinzioni religiosa e del gruppo di appartenenza. Emerge anche un comportamento della Chiesa cattolica diverso da come ci si attenderebbe, più moderno.

Incominciamo dall’età in cui ci si sposava. A partire dal medioevo quando il matrimonio inizia a essere regolato da un punto di vista sociale, diventa il più importante meccanismo di controllo demografico. Infatti non tutti possono sposarsi e la società produce un gran numero di celibi e nubili. Ma chi si sposava? Chi restava celibe e chi divorziava?

Sposarsi non era scontato

Diciamo subito che si sposava solo chi aveva i mezzi per farlo e per sposarsi i giovani ricorrevano anche all’emigrazione. In Europa orientale dove c’erano grandi opportunità di avviare fattorie nuove e allevare bestiame, i matrimoni erano favoriti. Ma in occidente la situazione era ben diversa: vi erano infatti insediamenti rurali più stabili e appezzamenti che venivano affidati ai contadini. Ma questi appezzamenti erano spesso troppo piccoli e non potevano essere divisi tra tutti gli eredi. Così solitamente solo il primogenito ereditava e poteva sposarsi. Gli altri rimanevano a lavorare nella sua casa o prendevano i voti.

Un’altra condizione che influenzava negativamente la possibilità di sposarsi era la longevità dei genitori. Più tardi si ereditava più era difficile pensare a sposarsi. E chi non aveva un’eredità doveva trovarsi un lavoro e accantonare il denaro prima di poterlo fare. Questi fattori di conseguenza influivano sull’età in cui ci si sposava che era generalmente più elevata di quello che pensiamo. La tendenza europea contrastava con i costumi di altre parti del mondo. Il demografo inglese Hajnal nel 1965 ha tracciato una linea immaginaria che unisce Pietroburgo a Trieste: a ovest di quella linea i matrimoni si contraevano a un'età "avanzata": 26-27 anni per i maschi e oltre i 23 per le donne, con eccezioni significative come l'Irlanda, la Spagna, la Puglia e la Sicilia. A est si sposavano più precocemente.

Anche per quanto riguarda il numero dei figli pur essendo vero che i matrimoni erano molto più prolifici di oggi, era raro che una donna avesse più di dieci figli e generalmente le donne si fermavano a 5 o 6. Il miglior metodo contraccettivo era rappresentato proprio dalle difficoltà a sposarsi e da una cultura che scoraggiava moltissimo i rapporti prematrimoniali e quelli fuori dal matrimonio.

Il divorzio

E il divorzio?  Nella nostra società il divorzio è stato introdotto molto di recente e pensiamo che in passato non si potesse mai divorziare. Invece vi erano forti differenze nell’ambito delle diverse popolazioni europee, vi erano comunità diverse e da alcune il divorzio era ammesso.

Nell’ambito della Chiesa cattolica il tema dell’indissolubilità del matrimonio fu a lungo tutt’altro che scontato: provocò grandi dibattiti, ma il divorzio veniva generalmente tollerato. Solo nel ‘500 la Chiesa prese definitivamente posizione contro il divorzio, ma teniamo presente che questa regola venne introdotta solo per i cattolici. In Europa vi erano altri gruppi che si governavano con proprie leggi e continuarono a poter divorziare. Si trattava dei cristiani ortodossi, degli ebrei e dei musulmani (questi ultimi se erano abbienti potevano avere come oggi più di una moglie).

Certo, le regole per chiedere il divorzio erano diverse per l’uomo e la donna: tra i musulmani solo il marito poteva divorziare, doveva solo pronunciare le parole: io divorzio da te. Tra i cristiani ortodossi il marito doveva dimostrare il tradimento della moglie o che lei avesse tentato di ucciderlo, mentre lei doveva dimostrare che il tradimento era sistematico e che la picchiava o che la costringeva a prostituirsi. Al di là delle leggi vi erano comunque delle modalità pratiche per concludere velocemente un matrimonio. La più frequente era l’abbandono. Una mattina il marito usciva di casa e non faceva più ritorno.

La scelta dello sposo

I genitori cercavano di esercitare un potere sulla scelta dello sposo e della sposa, tanto maggiore quanto più erano ricchi. Però vi erano delle norme che favorivano la libertà di scelta coniugale dei figli e permettevano loro di negoziare un po'. E in particolare, a favore della scelta libera, si schierò decisamente la chiesa cattolica che aveva sviluppato la teoria consensualista del matrimonio. Secondo questa visione era sufficiente dimostrare che due giovani si erano promessi liberamente l’uno all’altro per dichiarare il matrimonio valido. Dunque la chiesa considerava validi anche i matrimoni clandestini tra ragazzi che avevano compiuto i 14 anni di età, i maschi, e 12 anni le femmine.

Questi matrimoni non dovevano essere compiuti davanti a un sacerdote: i ragazzi dovevano pronunciare la frase: “ti prendo come sposo, ti prendo come sposa e avere un rapporto sessuale. Questo bastava per essere dichiarati marito e moglie anche senza il benestare dei genitori.

La Riforma protestante e il patriarcato

Con la Riforma si cercò di cambiare. Non dimentichiamo che per i cristiani il matrimonio era un sacramento, mentre i luterani lo consideravano un contratto. Veniva meno l’incoraggiamento al celibato e la proibizione al matrimonio per i sacerdoti. Ma i protestanti criticarono severamente la teoria consensualista del matrimonio anche perché contribuiva a disperdere le sostanze familiari da parte di 2 giovani egoisti e capricciosi. Si batterono moltissimo per ristabilire l’autorità patriarcale del pater familias. La discussione si fece sempre più aspra e durante il Concilio di Trento venne approvato il decreto Tametsi (dalla prima parola con cui inizia) che limitava la libertà dei giovani.

Il protestantesimo ebbe comunque l'effetto di provocare una grande ripresa del potere patriarcale esaltando il ruolo e il potere del maschio come marito padre capofamiglia, trasferendogli molte funzioni sacerdotali che ne accrebbero di fatto il potere sulla moglie e sui figli.

Fonte: Storia della famiglia in Europa

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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