Impariamo a giocare

12 Ottobre 2022



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Il gioco è uno strumento potente per un’infanzia sana e felice e un’adolescenza con uno sviluppo psicosessuale armonico. Nelle regole della vita adulta e della maturità viene ritualizzato socialmente.

Giocare è innato in tutte le specie, come veicolo di apprendimento e protezione da aggressività distruttiva. Senza il gioco la personalità rinsecchisce, soffoca nelle nebbie della psicopatologia diventando strumento di dominio e condizionamento nelle forme crudeli di bullismo, bande criminali, persecuzioni religiose dove la sofferenza dell’altro diventa un gioco eccitante che muove passioni incontrollabili.

Quando nei giochi infantili “del dottore” o nel rincorrersi e nel nascondino arriva il pianto, il gioco si ferma. I giochi di guerra, i giochi di indiani/cowboys sono la palestra di una mente che prende le misure, manifestando tipi di personalità, talenti, future scelte. L’intervallo caotico dei primi anni di scuola diventa gare sportive, giochi di squadra, esami collettivi dove la competizione viene disciplinata in regole.

La propaganda oggi ripete sempre il gioco dei buoni e cattivi secondo interessi geopolitici e finanziari. Il fascino avvolgente dael main stream, nuovo canto delle sirene, è difficile da evitare o distinguere con conoscenze personali. La coscienza collettiva ingloba quella personale attraverso emozioni, mode e sempre nuovi balocchi dove Pinocchio si perde.

L’energia sessuale è la forza dirompente del pianeta in tutte le sue manifestazioni. Tutto tende a vivere al meglio e a riprodursi travolgendo ogni ostacolo.

Quando nella scuola materna le risate e le grida di gioco si fermano, è il momento di intervenire poiché il gioco è diventato paura, ha rotto il cristallo tra fare finta e fare davvero. Il confine del gioco è un terreno mobile come la morale e i sentimenti. Si sposta con le età della vita e con le civiltà del pianeta.

Educare i nostri figli a non creare disagio e sofferenza in ogni interazione crea il gioco magico dell’amicizia e della fiducia in un ambiente dove le malattie psicosomatiche non attecchiscono. Controllo e dominio avvelenano la funzione genitoriale mascherandola da sicurezza e ordine indispensabili per il “bene comune”. Quando arriva il pianto con chiusura e tristezza, il gioco è morto con compassione, generosità, altruismo, il “noi” diventa crudeltà e cupidigia, la follia dell’ego.

La mente gioca sognando, a volte si immedesima nei suoi personaggi. Se la stacco per alcuni secondi dall’azione e mi chiedo “ a che gioco sto giocando adesso”  la realtà diventa un caleidoscopio di forme e colori con significati paralleli, molto divertenti.

Come terapeuta infantile il gioco in tutte le sue forme ha dominato tutto il mio lavoro e la ricerca. Acqua, sabbia, personaggi e pongo hanno arredato sempre il mio studio dove gioco e sogni costruiscono storie umane.

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Rossana De Angelis

Psicologa, PHD in human behaviour presso la Jolla University, San Diego - California. Specializzazione in psicoterapia neofreudiana presso “A.S.P.” , junghiana presso “C.I.P.A”; in riabilitazione neuropsicologica clinica presso “LoeWenstein Hospital”, con il prof. Rahamani, Israele, specializzazione in Gruppoanalisi.

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