Cinquanta sfumature di… amore

19 Gennaio 2018



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In vista di San Valentino del 2018, è uscito nelle sale cinematografiche italiane il terzo capitolo della fortunata saga erotica di Cinquanta Sfumature. Di rosso, in questo caso.

I due film precedenti hanno sbancato al botteghino in tutti i Paesi sin dalle prime settimane di programmazione. Un successo preannunciato dal numero di libri venduti, che alla fine del 2014 aveva superato abbondantemente le 100 milioni di copie, attestando la trilogia di E.L. James tra i primi cinque bestseller mondiali di tutti i tempi.

Ma non sono questi i dati di nostro interesse. E neppure quelli relativi all’indotto del mercato dei sex toys o della lingerie trasgressiva che, dal 2011 (data di pubblicazione del primo romanzo della saga) ha visto un’impennata delle richieste e delle vendite sia su internet sia al dettaglio mai registrata in precedenza.

Perché le donne emancipate e postfemministe del XXI secolo si sono identificate con una ragazza che prova piacere a sottomettersi al suo uomo e a privarsi della propria libertà? Perché si sono lasciate avvincere da una storia che riproduce stereotipi triti e ritriti? Infine, in che modo il caso letterario di Cinquanta sfumature ha acquistato spazio nelle relazioni di coppia fino a definire un mutamento dei costumi sessuali e amorosi?

Sarebbe semplicistico liquidare Cinquanta Sfumature come un caso di marketing ben riuscito. Lo è. Ma la letteratura rosa, come ci mostrano i dati, è da sempre il cavallo di battaglia dell’editoria, con profitti che superano il miliardo di dollari all’anno nei soli Stati Uniti (circa il 46% dei tascabili venduti).

Secondo la sociologa Eva Illouz, i romanzi, i magazine, i talk show hanno maggiori probabilità di avere successo quando offrono delle soluzioni (anche simboliche) alle contraddizioni sociali. Sono soprattutto le donne le fruitrici di tali prodotti culturali, ed è proprio questo, a suo avviso, il motivo del successo di Cinquanta Sfumature.

Cinquanta Sfumature inizia come una relazione di dominio che, nel corso dei tre libri, viene messa in discussione, negoziata e rinegoziata, fino a trasformarsi in una relazione d’amore.

La sessualità ha un ruolo centrale altamente simbolico nel risolvere le tensioni e nel fornire una via per superare i conflitti e i dilemmi di coppia, perché rappresenta il terreno su cui si è incentrata la modernizzazione culturale dell’ultimo secolo.

Essa incarna le fantasie, i desideri e le aspettative di milioni di donne, le quali ancora oggi sono combattute tra il desiderio di vivere la propria sessualità come matrice di identità e di libertà e l’esortazione delle strutture sociali tradizionali ad adempiere ai propri obblighi famigliari.

Il focus del romanzo è la rappresentazione moderna della relazione eterosessuale. In un’epoca in cui sono sempre più sfumate e confuse le dimensioni dell’identità e degli orientamenti sessuali, Anastacia e Christian – i protagonisti – delineano percorsi e strategie che cedono una parte della propria autonomia e della propria individualizzazione a beneficio della relazione di coppia in quanto topos della loro felicità.

L’innamoramento da sempre è vissuto come un’esperienza vibrante, passionale, gravida di desideri e progetti. Il dramma degli innamorati, secondo Alberoni, è quello di essere lacerati fra il bisogno di fusione con l’altro e quello opposto di affermazione della propria individualità. Oggi a prevalere è soprattutto il timore di cedere una parte della propria indipendenza, in quanto l’autonomia rappresenta il valore irrinunciabile del sé tardomoderno.

La relazione tra Ana e Christian tratta di queste paure e propone una soluzione che concilia gli opposti. L’amore, sembra indicarci il romanzo, non deve essere né perfetto né eterno, ma costantemente negoziato nei suoi contrasti tra autonomia e potere. Ed è da questa dialettica che si genera un desiderio che si autoalimenta delle differenze e della consapevolezza dei punti non negoziabili dell’altro.

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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