Sanzioni all'unanimità
La gente non vuol credere di essere coinvolta in una guerra; eppure tutti i paesi europei sotto la guida degli USA all’unanimità, hanno inflitto pesanti sanzioni alla Russia perché ha invaso l’Ucraina, coinvolgendo anche noi che corriamo in particolare il rischio di vedere bloccato il nostro sviluppo economico e distrutta la nostra vita civile.
Conseguenze economiche
Nessuno finora ci ha assicurato che con il prolungamento della guerra ancora per mesi e per anni la Russia, che ci considera nemico ostile, non possa inferirci dei danni terribili ed improvvisi, per esempio bloccando improvvisamente la fornitura del gas al centro dell’inverno, creando paurose situazioni sanitarie. L’uso delle sanzioni è sempre stato un mezzo ambiguo che nasconde sotto l’aspetto economico la realtà di nuocere, di uccidere. Le sanzioni secondo questa versione ipocrita non sono guerra, sono ammonimento, ma già adesso vi sono popolazioni che muoiono di fame.
Noi siamo sotto un regime di durissime sanzioni, ma per ora la gente non vede la scarsità, vede solo l’aumento de prezzi e chiede sussidi al governo che quelle sanzioni le ha messe. E guardando al prezzo e cercando rimedi a questo livello si dimentica la causa prima, e cosa in realtà essa sia. Una guerra con morti distruzioni odio, in cui i paesi e i popoli sono schierati; non vogliamo vedere che per ogni punto di inflazione vi sono migliaia di morti, di feriti, un aumento delle spese militari e un incrudirsi dell’odio fra i popoli. Le sanzioni hanno resa innocua la guerra e quindi ci fanno apparire astratte, puramente contabili le catastrofi sanguinose che possono travolgerci il prossimo autunno inverno. Esse ci accecano sul nostro futuro.
Inconsapevoli della guerra
No, la gente non ha paura della guerra. Sa che ci sarà qualche scarsità, aumento dei prezzi ma non prevede che non ci sarà benzina per il trasporto su strada, energia per far andare i treni e per il riscaldamento. Nel profondo è convinta che arriveranno tanto il petrolio e il gas perché forse convinta che vi sia sotto sotto fra le parti un accordo come quello di non usare bombe atomiche.
Ma quale è il punto in cui si arriva a questa consapevolezza? Tardi molto tardi, perché noi ci adattiamo a una guerra come ad una malattia, alleviandone i sintomi a poco a poco, un rimedio dopo l’altro riaggiustando le cose appena i combattimenti sono cessati, i bombardamenti finiti.