La globalizzazione ha portato al formarsi di due nuovi tipi di potere: le supernazioni (USA, CINA, INDIA e RUSSIA) e i grandi monopoli internazionali di comunicazione (Google, Microsoft, Facebook, Amazon). La formazione di questi monopoli è stata precocissima e la loro crescita esponenziale. Tutti i tentativi di concorrenza sono falliti, è la loro stessa dimensione che sbarra l’accesso ad ogni altri concorrente (vedi Matthew Hindman La trappola di internet, Maverick 2017 ). Che si tratti di monopoli è oggi indubbio e nel vecchio sistema capitalistico sarebbero stati spezzati come accaduto alla Standars Oil, ma il governo americano ha deciso di non toccarli, anzi di favorirli e proteggerli perchè costituiscono il principale nuovo strumento dello sviluppo economico americano e la sua fonte di potere sul resto del mondo. Infatti gli unici che creano barriere alla loro penetrazione sono le tre supernazioni. Col Covid-19 tutte le altre imprese e i commerci sono stati danneggiati. Invece queste imprese digitali sono cresciute enormemente e continueranno a crescere.
È infatti dimostrato che in internet i siti grandi e differenziati hanno un enorme vantaggio su quelli piccoli. Il risultato è che comunque si evolva la rete, per quanto si differenzi l’offerta, i siti grandi finiscono per assorbire gli altri e quindi crescono sempre. Se ci pensate bene questo risultato è il frutto di un meccanismo mentale. Se in una zona della città vi sono cento bar i giovani si concentrano in uno solo. Lo stesso vale per un negozio, un film, un libro, uno spettacolo. Con la mondializzazione era perciò logico aspettarsi il formarsi di immense imprese sovranazionali ed è facile prevedere che cresceranno e ne sorgeranno delle nuove.
Sono queste nuove imprese gigantesche che hanno come mercato il mondo che a poco a poco sostituiscono tutti gli altri centri produttori di cultura come le università, Hollywood, le biblioteche, i giornali ed i centri di ricerca. Essi reclutano i migliori scrittori, i migliori registi, i migliori scienziati per studiare, inventare, produrre, distribuire ciò che vogliono in tutto il mondo. La cosa impressionante è che studiando individualmente ogni consumatore, dandogli ciò che lo interessa, non vengono colti come poteri ma come innocui servizi. Tutti li accettano, tutti li vogliono, tutti si abituano e contribuiscono volontariamente alla loro crescita. Il governo degli Stati Uniti li sostiene e li difende apertamente perchè sono il più moderno ed importante complesso industriale degli USA, il suo più importante strumento della americanizzazione del mondo, di imposizione della loro politica, della loro etica, della loro visione. Approfittiamo per dire che essi sono la più evidente e sfacciata smentita di coloro che immaginavano un crollo della potenza americana. Al contrario, possiamo dire che la potenza USA negli ultimi venti anni è cresciuta proprio grazie a questi settori nuovi.
Abbiamo già detto che durante il lockdown di primavera per il Covid-19, quando tutti gli altri settori, dalla manifattura al trasporto, dal cinema all’insegnamento, erano fermi o rallentati, le imprese digitali sono continuamente cresciute e stanno continuando la loro espansione attingendo anche a enormi fondi pubblici e con un rapporto più stretto con la politica. Ciascuna di esse ora sta consolidando il suo potere, rendendosi indispensabile in tutti i settori economici per il funzionamento della pubblica amministrazione ed esercitando un controllo crescente non solo sulla mente dei loro consumatori, ma sul costume, sull’etica, sui programmi scientifici, diventando delle potenze politiche. Se elenchiamo il nome dei grandi imprenditori del digitale Bill Gates, Steve Jobs, Zuckerman, Bezos vediamo che essi sono stati e sono più noti e influenti di qualsiasi politico, fatta eccezione per il presidente degli Stati Uniti.