I segnali erotici del corpo

21 Dicembre 2020



I segnali erotici del corpo
I segnali erotici del corpo

Possiamo sostenere che il corpo non inganna mai? che l'attrazione fisica è l'alfa e l'omega dell'amore?

Molti casi ci mostrano che è vero che il corpo non ci inganna e che l’attrazione erotica è il segnale  più chiaro di amore forte. Ma non possiamo mai ridurre l'innamoramento alla sessualità. Ci sono anche dei casi in cui c’è l’innamoramento, ma non c’è l’attrazione sessuale. Riporto il caso di un giovane, bello, con un’attività sessuale, che si era innamorato di una sua compagna. Vi erano sì altre ragazze, ma lui vedeva solo lei. Lei non lo faceva avvicinare in modo tale che lui non potesse diventare cosciente del suo innamoramento e dichiararsi; quindi non c’era alcuno scambio, ma l’innamoramento durò anni. Quando si rese conto di essere innamorato e che lei non lo voleva pensò addirittura al suicidio. Era giovane, sano e vivace, eppure in tutto il periodo non provò mai attrazione sessuale per lei, ma solo il desiderio di starle accanto.

Prendiamo il caso della posta del cuore: Rifare il patto. la donna che scrive, Roberta, parla di un lungo legame durato dieci anni, fatto per otto anni prevalentemente di lettere, telefonate, messaggi.

Il corpo: sessualità e infatuazione

La seconda obiezione alla tesi dualista, che assegna alla sessualità il primato in una relazione, è rappresentata dalle infatuazioni. Le infatuazioni sono predisposizioni a provare desiderio, attrazione intensa verso una persona che presenta certe caratteristiche che a noi paiono altamente desiderabili. È l’esempio della donna che si innamora del fidanzato di sua sorella, dove il perno non è l'amore ma la competizione, o quella che si innamora del capo. Ma dopo qualche tempo, il desiderio sparisce e non si prova più alcuna attrazione fisica per quella persona (anche se la si è sposata). Non è finito l’amore, che non c’è mai stato, ma l’attrazione fisica, la curiosità. Talvolta la sfida vinta.

In terzo luogo, complementare all’asserzione la carne non sbaglia mai perché esprime il sapere dell’inconscio, fa da contraltare l’idea che la mente menta sempre. Cioè noi non possiamo mai mettere in campo alcuna facoltà di ragionamento e giudizio, ma solo rispondere a una forza imperiosa in noi che chiama. Se in passato si mortificava il segnale del corpo, il desiderio la passione in quanto tale, oggi corriamo il rischio di mortificare il pensiero cosciente, le nostre facoltà di giudizio, quelle morali, quelle valutative.

L'amore che dura

Teniamo presente che nell’amore che dura a lungo la persona amata cambia continuamente davanti ai nostri occhi e noi davanti ai suoi (discontinuità trasparente) e anche l’attrazione sessuale può  crescere e diminuire nel tempo (teoria ondulatoria dell’amore). Ma le forme negative significano solo un distacco  momentaneo che non intacca il legame amoroso inconscio, la “catena che ti incatena” al tuo amato.

Molti approcci psicologici e scientifici oggi si ispirano a un paradigma biologico, secondo il quale l’innamoramento è un epifenomeno di un richiamo erotico prodotto dai ferormoni che individuano in modo intelligente il partner migliore dal punto di vista genetico. Poiché il fine è la riproduzione, la sua durata è limitata, circa 18 mesi, il tempo necessario perché la coppia si riproduca. Dopo di che inizia l’abituazione, le sostanze responsabili dell’attrazione erotica diminuiscono e si va verso la cessazione del desiderio e quindi della coppia.

Questo approccio non spiega tuttavia l’innamoramento, ma solo l’infatuazione, la cui intensità può confondersi con quella dell’innamoramento. Non spiega quelle azioni che una persona innamorata è disposta a fare per l’amato, che sono molto più simili a quelle di una madre verso un figlio e possono arrivare a dare la vita per l’altro e possono essere di lunghissima durata. Tanto nell'amore bilaterale quanto in quello unilaterale. Perché quando si ama, si è sempre con l’altro, non si è mai da soli. Non si vive la solitudine esistenziale che ci fa sentire soli davanti al nulla. No, davanti ai nostri occhi c'è sempre l’amato, magari anche quando si è arrabbiati, quando lo si maledice. L'approccio dunque non spiega quegli amori persistenti a dispetto della realtà.

Confusione emotiva

Va poi osservata la confusione oggi assai diffusa che riguarda le emozioni. È una contraddizione in termini parlare di emozioni profonde. Freud infatti proponeva una teoria degli affetti. Le emozioni sono risposte adattive agli stimoli ambientali e a quelli interni. Le emozioni base (rabbia, piacere, dolore, paura) ci invadono improvvisamente e noi possiamo riconoscerle e cavalcarle oppure subirle o ancora esprimerle senza modularle producendo solitamente molti danni.

Noi possiamo arrabbiarci moltissimo, ogni tanto vedere l'amato come un mostro, come un bruto. Non per questo singolo episodio smetteremo di amarlo. Come l’innamoramento è un processo, anche il disinnamoramento lo è, perché l’amore prodotto dall’innamoramento ha una componente etica fortissima. Freud stesso richiamava come modello di tutti gli amori quello per la madre. L’altro ci appare non solo desiderabile eroticamente, ma la persona migliore quanto a valori di fondo, atteggiamento verso la vita e verso di noi. Abbiamo piena fiducia in quello che dice e che pensa. E questo non sparisce per un moto di rabbia o di dolore. E non sparisce neppure quando iniziamo a vedere gli aspetti negativi dell’altro, che in una relazione lunga, inesorabilmente emergono.

Molto spesso le persone vanno in terapia per parlare del loro disinnamoramento e come prova più certa portano l'improvviso cessare dell'attrazione sessuale per il partner. In molti casi il processo di disinnamoramento si manifesta anche con il cessare dell’attrazione erotica. Ma vi sono molti casi, più oggi di un tempo in cui  questa cessazione può avere cause “a-specifiche” disagi, delusioni, paure, errori e questo può essere oggetto di terapia.

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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