Il patto col diavolo

3 Aprile 2019



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Vi sono sempre, nella nostra vita, dei momenti in cui qualcuno ti pone una carta davanti e ti chiede di scegliere. Se firmi, la tua vita continuerà senza problemi, ti si apriranno nuove possibilità di successo, di agiatezza, di ascesa sociale. Se non firmi, perderai amicizie, aiuti, privilegi.

Ma firmare quella carta significa impegnarti a compiere una azione ignobile, totalmente contraria ai principi in base a cui ti consideri una persona onesta, degna di rispetto.

Nella mafia, nei gruppi fanatici e terroristici per accertare che tu sarai veramente fedele, che ubbidirai a qualsiasi ordine ti venga dato, ti mettono alla prova chiedendoti di compiere un attentato, o di uccidere qualcuno. Se lo fai sei ammesso, ma la tua coscienza morale si trasforma. Hai superato una soglia irreversibile.

Una volta compiuto quel gesto, fatto quella scelta, non sei più quello di prima. Non hai più la libertà che avevi prima. Sarai sempre disponibile a comportarti nello stesso modo. Hai spezzato irreparabilmente la tua coscienza morale, la tua libertà interiore, hai venduto la tua anima. Coloro che ti hanno fatto firmare la carta sono diventati i padroni della tua moralità.

 

Il patto col diavolo ha molte forme. C’è chi lo fa rinunciando alla sua vera vocazione scientifica o artistica per guadagnare denaro, per avere un rapido successo mondano. Altre volte si presenta come possibilità di sposare una donna o un uomo ricco rinunciando al tuo vero amore. Oppure ti si chiede di dimostrare la tua fedeltà tradendo un amico.

 

C’è chi lo fa entrando in un gruppo fanatico, chi in una società segreta, chi semplicemente partecipando ad un complotto che porta al potere un infame.

 

Io sono perciò convinto che molta gente ha firmato il patto con il diavolo non una sola volta, ma diverse volte nel corso della sua vita. Che, grazie a questa scelta ha ottenuto ricchezza, onori, potere, successo e ne è contenta. Non prova senso di colpa, non ha rimorso. Anzi, si considera astuta, è orgogliosa della propria spregiudicatezza.

Però, qualsiasi posizione abbia raggiunto, chi ha fatto questa scelta ha perso qualcosa: la sincerità e la capacità di dare un giudizio morale obbiettivo. Ha perso l’essenza stessa della moralità.

Questo non vuol dire che non pronuncerà delle condanne morali. Anzi, si sentirà totalmente libera di condannare. Non ha più dubbi. Il mafioso giudica infame il proprio nemico e si sente  nel giusto quando lo condanna a morte.

Guardatevi attorno, non vedete quante persone esprimono giudizi assoluti, inappellabili di condanna? Ma quanti, nel loro intimo, sono ancora capaci di interrogarsi sinceramente, con veri dubbi, su cosa è bene e che cosa è male?

La vera morale richiede di mettersi nei panni dell’altro, di capirne le motivazioni. Richiede di giudicare una azione senza sapere se chi l’ha compiuta è un tuo amico o un tuo nemico. Senza sapere se te ne viene un vantaggio o un danno.

Quanti di noi sanno farlo?

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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