Il sesso e i pavoni

31 Maggio 2021



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Sembra sempre rischioso antropomorfizzare le osservazioni del regno animale. Si confondono i propri comportamenti con quelli che attribuiamo agli animali, dando poi ad essi un valore morale o etico. Ci basiamo sulla convinzione che noi stessi Sapiens siamo dopotutto animali e quindi nei comportamenti ci pavoneggiamo, siamo porci, cani, branchi, balene, vacche, vermi e asini. Tuttavia, ci sono osservazioni dei regni animali, che non sono viziate dall’antropomorfismo. Sono osservazioni oggettive, ma comunque capaci di sollevare questioni di rilevanza sociale. Per esempio “I Sapiens sono le sole creature viventi che intendono l’atto sessuale a fine non procreativo”. Ci sono studi scientifici che lo confermano, se non bastassero le esperienze personali. Tutti gli altri viventi copulano per moltiplicarsi e noi, non solo - o forse sempre meno. Ho deciso di documentarmi meglio. Sono andato a leggermi due testi divulgativi di osservazioni naturalistiche: L’amore, gli animali lo fanno così di Isabella Laittes Coifmann e Il ritorno della regina di Dave Goulson. La lettura è stata utilissima ed ha prodotto in me una domanda alla quale cercherò di dare risposta: cosa ci spinge a sganciare il sesso dal fine riproduttivo?

Nella natura di tutte le creature viventi, l’atto sessuale è finalizzato alla riproduzione ed alla difesa dei patrimoni genetici e nel contempo alla loro mescolanza. Anche noi Sapiens ci siamo osservati. Stimiamo che ogni minuto che passa ci siano sulla Terra 130.000 rapporti sessuali. Facendo due calcoli, ci sarebbero 68 miliardi di fecondazioni all’anno. L’andamento delle nascite però rivela che la gran parte degli atti sessuali non è finalizzata ad alcun concepimento. Ci sono metodi contraccettivi, rapporti sessuali con individui dello stesso sesso e l’autoerotismo. Partendo da questo dato, mi chiedo cosa ci induca a sganciare il piacere dall’esigenza di procrastinare il più possibile il fine vita di un gene, l’inevitabile estinzione cui tutte le specie vanno incontro. Cosa porta molte culture fra noi Sapiens, a dare un peso crescente al sesso senza futuro genetico, a cercare il piacere nell’atto sessuale anziché il fine procreativo?

Fra insetti, animali, pesci, viene sfoggiata una pletora di strategie, cioè visioni di lungo corso e preparatorie, tattiche,  rituali di corteggiamento e accoppiamento a fini riproduttivi. Fra i Sapiens si annoverano invece frequenti atti sessuali non finalizzati a fecondazione di ovuli o uova. Se anche fra insetti e animali, scopriamo l’autoerotismo, rapporti omosessuali, quindi atti sessuali senza il futuro come fine, sappiamo però che non esiste il concetto di contraccezione o di prevenzione/interruzione delle fecondazioni di uova o ovuli. Posso provare a spiegare questa differenza cruciale di distacco dal futuro, come una conseguenza della tecnica di sopravvivenza umana su questo pianeta.

Provocatoriamente nel titolo ho inteso indicare come il solo futuro legato al sesso sia quello della prosecuzione della specie. In realtà, il nostro sottolineare nel sesso la preferibile ricerca del piacere, in forme sempre più raffinate e complicate, c’è un filo “meta-genetico” legato alla nostra evoluzione. Abbiamo superato le sfide dell’ambiente accumulando conoscenza su come interagire con il mondo ed i suoi abitanti. Abbiamo sviluppato tecnologie e comportamenti che ci hanno resi meno dipendenti dalle stagioni, dal clima, dalle variabili ambientali. Abbiamo superato vincoli territoriali, trasformando l’ambiente in modo da renderlo abitabile secondo le nostre esigenze di vita. Abbiamo scoperto la storia, la cultura, la fama ed il potere, e con queste abbiamo compreso che c’è altro da tramandare ai posteri che la sola genia. Siamo diventati sicuri della nostra capacità di difenderci dall’ambiente, forse imparando a temere più i nostri simili, che non le malattie, i vulcani e gli dei. Allora, anche l’atto sessuale è diventato un comportamento strumentale come l’arare, il cacciare, il cucinare, il combattere, che si può fare sempre meglio, con migliore stile e ricerca estetica. Il sesso è diventato il “far l’amore” e l’amore è diventato il profumo del sesso più che una semplice spinta riproduttiva.

Ma allora lo splendido piumaggio dei pavoni maschi mostrato per attirare le femmine? Le battaglie a cornate, fatte dai cervi per conquistare il diritto all’accoppiamento? Solo noi Sapiens ne vediamo una ritualità procreativa senza alcun piacere nell’esercitare l’atto? Allo stato attuale delle nostre conoscenze queste domande restano tali e senza risposte. Forse però se i pavoni o i cervi avessero conquistato il mondo diffondendosi in ogni angolo del pianeta, si preoccuperebbero meno di sopravvivere, e allora vedremmo in loro nascere l’estetica dell’accoppiamento e magari un loro kamasutra.

 

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