L’ostacolo, in amore, da sempre alimenta la passione, ma esiste una forma d’amore che non può esistere senza l’ostacolo: l’amore competitivo.
Questo pseudoinnamoramento si alimenta della segreta speranza che per raggiungere la tanto agognata felicità sia necessario sbaragliare il ‘nemico’, sconfiggere l'ostacolo. In realtà, l’amore competitivo si nutre e cresce di questa competizione, fittizia o reale che sia. È il suo vero nucleo. È la sensazione di separatezza che amplifica il sentimento, facendolo apparire come unico, incomparabile, irripetibile.
Siamo in presenza di una struttura triangolare, dove ai tre vertici possiamo posizionare il soggetto che ama, l’oggetto d’amore e, interposto tra loro, l’ostacolo. L’ostacolo può essere un rivale, un familiare, una malattia o altro. Il soggetto arde d’amore finché non riesce a eliminare l’ostacolo, ma allo stesso tempo l’ostacolo è il vero combustibile della sua passione, quindi il vero oggetto d’amore.
In questa definizione si delineano precise dinamiche che sollevano alcuni interrogativi.
Il primo è relativo alla somiglianza tra la struttura dell’amore competitivo e quella della gelosia.
Anche nella gelosia siamo in presenza di una struttura triangolare. Ma ciò che nell’amore competitivo è designato genericamente come ‘ostacolo’, nella gelosia di concretizza nella figura del ‘rivale’. La gelosia può essere presente anche nell’amore competitivo, ma non è ciò che lo caratterizza.
Possiamo disambiguare la somiglianza di struttura precisando che l’amore competitivo è una tipologia di amore, mentre la gelosia è una variabile emotiva riscontrabile in diverse forme d’amore, come abbiamo già avuto modo di chiarire in molti articoli.
In secondo luogo l’amore romantico, passionale, presenta sempre delle ‘prove’, degli ostacoli da superare perché il soggetto possa unirsi al suo oggetto d’amore. Arnold A. Lazarus sostiene che «l’amore romantico si alimenta degli ostacoli, delle frustrazioni, delle separazioni. Eliminate quegli ostacoli, sostituiteli con la quotidianità della vita coniugale, e la passione estatica svanisce».
Che cosa, dunque, caratterizza nello specifico le forme di pseudoinnamoramento competitivo?
Nell’amore competitivo non si ama il partner, ma la passione ostacolata che la sua figura suscita. È l’ostacolo il vero oggetto d’amore. L’ostacolo può presentarsi sotto diverse forme, ad esempio, come un nemico comune da sconfiggere. Esploriamo questa particolare forma di amore competitivo, ancora oggi molto presente.
Pensiamo a una coppia separata dai genitori di uno dei due innamorati. Se entrambi riconoscono l’ostacolo, possono unirsi in una lotta per riuscire ad affermare il loro amore sopra i divieti e le ostilità dei genitori. La vicenda, così descritta, non è ancora amore competitivo. Lo diventa nel momento in cui l’amore svanisce se, a un certo punto, i genitori accettano l’unione. Questo perché il desiderio di opposizione è più forte del sentimento che unisce i partner.
Il caso
Ricordo una prozia che, da giovane, si era innamorata di un uomo sposato. Ai tempi non esisteva il divorzio, lui era separato dalla moglie, viveva in una stanza in affitto. Quando comunicò alla famiglia del suo amore, la ragazza venne rinchiusa in casa per un lungo periodo, perché non incontrasse quell’uomo. I due innamorati riuscivano però a scambiarsi brevi messaggi che lasciavano nascosti in chiesa. Più la famiglia della ragazza si opponeva a quell’amore, più il suo amore cresceva. Fino al punto che decise di fuggire di notte con il suo amato.
Scapparono lontano, si presentarono come coppia sposata e trovarono lavoro come custodi della villa di un imprenditore. Dopo circa un anno lei scrisse a una cugina per fare sapere alla famiglia che stava bene, che era felice e di non preoccuparsi per lei. In risposta, la cugina le comunicò che il padre aveva avuto un infarto e che, se fosse tornata, avrebbe dato loro la benedizione. La coppia tornò e la famiglia accolse entrambi senza mostrare alcuna critica verso l’uomo.
Da quel momento però qualcosa cambiò nella coppia. Vivendo insieme lei aveva capito che lui era un lavativo, che beveva troppo tutte le sere, che la maggior parte del carico di lavoro era sulle sue spalle. Finché erano stati lontani, erano uniti contro la famiglia e l’amore non era messo in discussione. Ma quando erano tornati, eliminato l’ostacolo che alimentava l’amore, lei dovette ammettere che si era trattato di uno sbaglio, di un colpo di testa.
Quando una coppia decide di sfidare unita l’opposizione dei genitori, come nell’esempio, per legittimare il proprio amore e alla base vi è un vero innamoramento, l’eliminazione dell’ostacolo significa la piena realizzazione dell’amore.
Quando invece si vive una forma di amore competitivo il desiderio di sconfiggere l’ostacolo è fine a se stesso. Non conta la vittoria, ma la battaglia continua. E nei casi in cui l’ostacolo viene sconfitto l’amore svanisce, perché era proprio la situazione ostativa a tenerlo in vita.