Simone de Beauvoir ha scritto pagine brucianti sul bisogno che la donna ha di tener vicino a sé, fisicamente, l'amato.
«L'assenza», scrive, «è sempre una tortura... anche seduto al suo fianco, mentre legge o scrive, egli l'abbandona, la tradisce. Essa odia il suo sonno» (Il Secondo Sesso, Il Saggiatore, 1961, p. 756).
La Beauvoir spiega questo comportamento con il fatto che la donna è costretta, dalla sua condizione sociale, alla passività. Solo l'uomo è attivo. La donna cerca, allora, attraverso l'amore, di inglobare l'attività dell'uomo per poter essere nel suo mondo. Cerca la fusione con lui per uscire dalla sua incompletezza. Quando lui se ne va, quando lui la lascia, si sente perduta, ha paura. Perché, senza di lui, non è nulla.
L'uomo innamorato
La stessa esperienza la prova l’uomo innamorato nei riguardi della sua donna, quando si accorge che lei è insoddisfatta e infelice della vita che conduce con lui. E questo avviene quando lui è inserito nella società e lei no. Il caso opposto descritto dalla scrittrice. È il rapporto fra di loro che conta. La Beaviour desidera intimità con un uomo inserito nel mondo per essere con lui. Ma l’innamorato che sente la sua donna infelice di ciò che le dà, si trova anche lui espulso dal suo mondo e cerca l’intimità per averne accesso. Anche lui quando è seduto al suo fianco, mentre legge o scrive, o mentre guardano insieme un film sente che lei è distratta, pensa ad altro, si allontana, lo abbandona, lo tradisce. E quando lei se ne va, quando lei lo lascia, si sente perduto, ha paura. Perché, senza di lei, non è nulla.
Perché così è l’amore e se non è cosi non è amore
Tanto nella femmina come nel maschio. Perché l’altro, l’amato, è il tramite del mondo, ma non solo del mondo sociale, di tutto il mondo della terra, del cielo, del vento delle case, degli amici, delle piante degli uccelli, di tutto ciò che esiste. E se il suo amore se ne va lui è in esilio. È l’esilio dal mondo, come diceva Shakespeare, è morte.