In un film un vecchio signore legge ad una vecchia signora colpita da demenza senile un libro, in cui è raccontata la loro storia d’amore accaduta molti anni prima, nella speranza che lei ricordi.
La ragazza era figlia unica di una famiglia ricca. Il ragazzo era povero, vivace, affascinante. I due ragazzi si erano innamorati profondamente, ma la famiglia ricca aveva deciso che la ragazza andasse ad un college e una mattina l’ha portata via. Lui ogni giorno le aveva scritto una lettera d’amore, ma i genitori le avevano sempre intercettate. Poi c’è stata la guerra, erano passati gli anni, lei aveva incontrato un giovane bello, ricco, si erano innamorati e stavano per sposarsi. L’altro, intanto, aveva messo a posto la casa dove si erano incontrati un tempo. Lei lo riconosce in un manifesto. Si rivedono, sono ancora innamorati. Ma Lei è impegnata, prova un dilemma che si risolve quando la madre le restituisce le lettere che aveva confiscato e le confessa che anche le non era innamorata di suo padre e che non lo aveva mai amato come il suo primo amore ricambiato.
Una storia semplice, addirittura banale, ma che distingue nettamente tre cose: l’innamoramento dal semplice amore e nell’innamoramento, l’innamoramento bilaterale e quello unilaterale.
Nel film si distingue il vero grande innamoramento bilaterale provato tanto dalla madre che dalla figlia dall’amore che entrambe hanno messo alla base del loro matrimonio. In quest'ultimo, il marito era innamorato, ma loro no.
Ora, condividere la vita quotidiana per anni con qualcuno che ti ama, ma di cui non sei innamorata, produce una stanchezza, una noia, un senso di vuoto insopportabile. Così come diventa difficile, doloroso, penoso, sfibrante, straziante anche vivere o avere come amante qualcuno di cui sei innamorata ma lui no. Lo cerchi sempre e non lo trovi mai.
In Innamoramento e amore ho sostenuto che rinunciare a chi ami e ti ama è un dilemma insolubile. In realtà è una dannazione. Perché nella vita non ti capiterà più e lo cercherai sempre. E lo cercherai sempre perché se non hai potuto viverlo, ma lo hai desiderato, è il modello archetipico di ogni amore vero che dura.
Mi viene mente il caso di una giovane donna, che si era innamorata di un uomo potente, che non l’amava ma la usava come giocattolo erotico. Per sfuggirgli, lei ha sposato un uomo innamorato di lei che le piaceva, con cui stava bene, ma di cui non era innamorata. Il risultato è stato che per tutta la vita lo ha sopportato di malavoglia e, contemporaneamente, ha sempre cercato il grande amore bilaterale che non aveva avuto all’inizio. Lo cercherà in fantasie, in sogni, in amanti. Ma non lo troverà più. Alla fine ha divorziato dal marito, ma si è innamorata nuovamente di un uomo potente che, come il primo, non la ricambiava.
Solo un vero amore bilaterale voluto e realizzato ci fa sentire di aver raggiunto l’essenza della vita, ci dà la consapevolezza di cosa sia una vita buona, una vita giusta, una vita di valore.