Mai umilarsi per amore

14 Dicembre 2019



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Buon giorno dottoressa,

sono  Paola,  le scrivo perché a me è accaduta la stessa cosa di una signora che le ha scritto qualche tempo fa (cfr. Lui sparisce dopo sei anni). L'uomo con cui stavo da diversi anni, un giorno se n'è andato e non ha più voluto neppure scambiare una parola con me. Lei aveva risposto a quella signora di cercare di capire com'era stata la relazione e comunque di riprendersi in mano la vita. Così ci sto provando anch'io. Mi sono interrogata   riguardo al rapporto che avevo con lui: era di massima libertà; sono sempre stata attenta alle sue esigenze, ho sempre esposto i miei disagi  e le mie idee con rispetto e sincerità. A volte non capivo cosa pensasse, che progetti aveva nella vita di  uomo mai sposato e sempre con i genitori. il mio sbaglio sicuramente e' stato quello di essere sempre accomodante, quello di  cercare di capire se la convivenza con me potesse diventare completa perché lui da me veniva solo la sera:  il pranzo lo faceva con la madre.  Sto cercando di  riprendermi la mi vita in mano, ma non ce la sto facendo.

In questi giorni ci siamo risentiti perché lui stava male. L'ho chiamato per sapere come stava  e mi ha risposto ringraziandomi. In seguito l'ho richiamato visto che l avevo sentito tranquillo per dirgli se poteva venire a riprendersi le sue cose a casa , che mi danno tanto dolore, ma non ha risposto. Si è richiuso. Lo so che con lui non c'è possibilità 'di dialogo e io vorrei dirgli che deve stare tranquillo che lo so che non ho più possibilità di recupero, ma vorrei avere almeno um buon rapporto di reciproco rispetto. Lui ha chiuso i suoi rapporti sempre così: sparisce.

Il  mio istinto mi dice di andare a casa sua e portagli tutte le sue cose; il cervello e la mia dignità mi dicono  di stare ferma ma ho bisogno affrontarlo di guardarlo in faccia. Che faccio? Grazie infinite, Paola.

 

Cristina Cattaneo Berettabuon giorno Paola,

lo so, è molto difficile cambiare ed è anche doloroso quando ci si trova in situazioni come la sua. Nel tempo mi sono resa conto che tutte le volte che non capiamo cosa vuole l'altro,  quando è spesso evasivo o si irrita se parliamo della  cosa più importante (il futuro e il rapporto che si ha insieme), bisogna incominciare a nutrire dei dubbi sull'amore che prova e sulla sua serietà.

Vede, i rapporti di oggi sono totalmente liberi, non ci sono pressioni del mondo sociale: ci si mette insieme senza neppure fare un patto reciproco e questo è un errore;  perché molti pensano di potersene andare come ha fatto quest'uomo che è rimasto sempre nella casa dei suoi genitori  e trovava una casa accogliente, un pasto caldo e una donna che non chiedeva quasi nulla. E forse se n'è andato quando lei ha  avanzato qualche pretesa, dopo tanti anni.

Se fosse così, invece che cadere nella tristezza, è preferibile che lei si arrabbi un po'. Oggi vedo molte relazioni basate sul sacrificio di uno solo. Uomini che si fanno in dieci per donne capricciose che li trattano come domestici personali e donne che danno tutto a un uomo egoista. L'amore non è un patto utilitaristico dove fare calcoli, ma neppure una donazione totale senza contropartita.

E quasi sempre si pone il problema dei vestiti. E si capisce, perché  sembra che facciano apposta a dimenticarli, come se  volessero volutamente lasciarli come un'ombra fastidiosa.  Per questo sono la prima cosa da far sparire e per questo vediamo spesso nei film che "gli abbandonati" li gettano dalla finestra o li bruciano con gran soddisfazione. A volte noi abbiamo bisogno di fare qualcosa di simbolico per chiudere. Gli atti simbolici sono molto importanti. Alcune persone per chiudere  scrivono una lettera, altre cercano un litigio finale, ma non glielo suggerisco.  In ogni caso siamo al passaggio dell'anno e io le suggerisco di bruciarli  simbolicamente, come si brucia la befana il 6 gennaio, per dissolvere il vecchio anno e andare nel nuovo. Potrebbe farlo invitando tutti  i suoi amici e poi fare con loro una piccola festa.

Infatti c'è un lutto da fare, ma non deve necessariamente cadere in depressione.  Sia molto  drastica. Pensi a tutto quello che le è mancato.  Siamo di fronte a un uomo che se n'è andato via come un ladro senza neppure darle una spiegazione. Non è il caso di piangerlo a lungo. 

Soprattutto non pensi che umiliandosi  otterrà lo scopo di riaverlo. Se  si può ottenere qualcosa è con un atteggiamento fiero, mai umiliandosi.  Non solo, ma se dovesse tornare non lo accolga come il figliol prodigo:  lo sottoponga a molte prove, prima di riaprirgli il suo cuore e non cucini per lui.  Si faccia portare al ristorante. Questo signore deve imparare a comportarsi da persona adulta, altrimenti è meglio che stia con la mamma.

E se per caso avesse lasciato i vestiti, caso mai decidesse di tornare e trovarla ad accoglierlo più umile e silenziosa di prima? Ci pensi bene.  Guardi che non è l'unico uomo al mondo e non è l'unico che può avere.  Le serve energia per andare da un'altra parte ed è più facile trarre energia dalla rabbia che stendendosi a tappetino. Onori la sua dignità. 

 

Cristina Cattaneo Beretta

 

 

 

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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