Mi ha lasciata e no, non mi spezzerò

22 Giugno 2025



Cuore rosso su sfondo giallo astratto

 

Gentile dottoressa,

vedova, avevo da poco iniziato una nuova relazione con un uomo che mi aveva risvegliato sotto tutti i punti di vista, facendomi sentire ancora giovane e piena di vita. Un uomo con il quale io mi proiettavo in un futuro che mi appariva una promessa. Un futuro in cui la solitudine  e il dolore sordo che avevo vissuto, lasciava il posto a qualcosa di fertile, a noi due.

Ma oggi mi ha lasciata. Se ne è andato la mattina presto mentre il sole stava sorgendo, dicendomi che era stufo delle mie bugie.  Lo guardavo senza riuscire a capire. Ma poi ho trovato la lettera in cui mi ha rivelato di essere geloso di un amico, al quale sono sinceramente affezionata, perché mi ha aiutato nel momento più nero con la sua allegria, ma con il quale non c’è mai stato nulla. Perché? Perché ci salutiamo con un bacio sfiorando le labbra. Ma è geloso forse, anche degli altri miei amici, a cui debbo di essere ritornata in vita. Amo loro come amici e amo lui. Almeno così credevo.

Per questo gesto talmente innocente e abituale tanto da averlo compiuto davanti ai suoi occhi, ha ucciso quello che era già nato tra di noi e quello che era in gestazione e ancora non sa, che colpendo me ha colpito se stesso. Ferendo me ha ferito, non solo il mio, ma il suo futuro. Il nostro futuro. È la prima volta in vita mia che mi succede di essere lasciata, eppure se torno e ritorno a ripensare a questo tempo insieme, non so trovare “la mia colpa”: gli ho aperto il mio cuore e la mia vita, forse la mia colpa è questa? O forse di essere spontanea e libera, mentre lui misurava ogni parola, ogni frase alla ricerca del veleno, del doppio senso, dell’inganno? E così dopo tutte le parole d'amore mi ha rovesciato addosso la spazzatura.

E se ne è andato via dicendo che mi ama.

 Non sono più una ragazzina, ma soffro come a 15 anni, anche se mi accorgo che la mia esperienza con il dolore del lutto mi ha cambiata. Forse quando il dolore non ti uccide, ti forgia: dopo la perdita di mio marito e tutti i problemi che ho dovuto affrontare qualcosa si è indurito e io sento di saper stare sui miei piedi e no, non mi spezzerò per questo dolore. Anche se la delusione è grande.

Melania

 

 

 

Cristina Cattaneo BerettaCara Melania,

leggendo la tua lettera mii accorgo di avere davanti una donna che ha fatto un percorso  di vita e che in questo percorso ha forgiato il carattere. Ed è vero che il carattere conta più dell'intelligenza e della cultura, pur indispensabili. Ma è il carattere che ti permette di superare i colpi della vita. Sento in te quella forza che non nasce dalla prepotenza o dalla rabbia, ma dall'aver vissuto pienamente e sofferto continuando ad andare avanti.

Nella tua lettera vengono in evidenza due piani. A un livello, c’è  una donna che ha dovuto affrontare un lutto  e ha sofferto per venirne fuori. Lo ha fatto impegnandosi ma anche lasciandosi voler bene dagli amici. Perché quando si perde un amore serve l’amore, serve la condivisione sociale, serve la comunità. ma questo oggi non lo si dice. Eppure tutte le società antiche lo avevano ben presente.

Tutti i giorni incontro persone incastrate nel lutto che non riescono più a credere nella vita e naturalmente men che meno aprirsi ad amare.  La frase più frequente e che sono troppo vecchi. Ma non è questione di età. E poi vi è una cosa che non è da tutti, quella di darsi la possibilità di ricominciare ad amare. E poiché l’amore è giovane, ti sei riscoperta giovane e ebbra di energia. Non eri solo sul punto di rinascere, stavi rinascendo.

Ma l'amore nasce nel due e se l'altro si sottrae, quell'energia implode.

Infatti a un altro livello c’è la donna delusa, la donna abbandonata, la donna incredula per quello che le è accaduto, la donna che si sente ingiustamente accusata e che potrebbe dirsi offesa e tradita, ma non lo fa. Perché?

Perché qualunque cosa sia accaduta dopo, sai che quest’uomo ti ha portata fuori dal lutto, quest’uomo ti ha liberata dal passato. E si capisce che non solo ti piaceva ma eri pronta ad amarlo, tutto intero così com'era.

Però evidentemente era lui a non essere pronto. Ha sentito in te la forza di chi attraversando un grande dolore resta vivo. Ha sentito la tua energia vitale, forse ha pensato che l’avresti contagiato. Forse era questo che l’ha coinvolto più che un vero amore per te.

Perchè se pretendeva che tu ti allontanassi dalla tua comunità, dai tuoi amici, da coloro che ti sono stati accanto nel momento del buio, se voleva cambiarti perchè non gi piaci come sei, doveva sapere che la richiesta era impossibile.

E ora mi scrivi, “non mi spezzerò per questo dolore”. E sento che quello che scrivi è la verità. Non ti spezzerai.

Ma vi è di più: una cosa la posso presagire io con grande certezza, non c'è bisogno di essere veggenti. La tua vita è comunque ripartita.  Amerai e sarai amata ancora. Lui o un altro, o riverserai il tuo amore in un progetto. Lui, solo se farà dei passi che è libero di non fare.

Ma amerai e sarai amata perché l’amore è dentro di te.

 

Cristina Cattaneo

 

 

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mio come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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