Quando l’amore ci pone un dilemma

2 Novembre 2019



Quando l'amore ci pone un dilemma
Quando l'amore ci pone un dilemma

Sono sposata da 15 anni con un uomo a cui voglio bene e ho tre figli, di cui l’ultimo ha appena due anni. La mia vita era indirizzata su un binario che credevo certo, anche se un po’ noioso, quando, appena dopo la nascita del mio ultimo figlio, improvvisamente ho scoperto di essere ammalata.

Tutto è stato preso in un vortice, i primi esami, poi le visite dai medici, gli accertamenti sempre più approfonditi,  infine l’intervento e il “dopo”.

Per fortuna la cosa si è risolta più velocemente di quanto pensassi e mi hanno dichiarata fuori pericolo. Ma sono cambiata. Di colpo mi sono confrontata con la possibilità di morire e ho incominciato a chiedermi se stessi vivendo la mia vita.

In quel momento difficile mi sono trovata quasi senza sapere come, tra le braccia di un caro amico. Era un uomo per il quale avevo sempre provato un’attrazione fortissima, ma dal quale mi ero tenuta sempre lontana.

In quel momento lui mi ha ridato la vita; è  diventato la mia vera vita. Non è certo una novità oggi avere un amante: e so che non ho fatto nulla di diverso rispetto a mille altri annoiati dalla vita. Forse stavo solo fuggendo dal tumore. Ma era diverso per me. Stavo vivendo;  scoprii che lui mi amava da tempo e  mi sentivo come una bambina golosa che si prendeva il permesso, per la prima volta, di rubare la marmellata … leccare le labbra di un uomo che mi desiderava intensamente  e che io desideravo era pura felicità. Scoprivo con lui il piacere intenso e profondo dell’amore.

Ma, io quella dimensione  non volli portarla nel giorno. Gli dissi sin da subito che non avrebbe mai dovuto cercare di separarmi dalla mia famiglia, non certo da mio marito, quanto dai miei figli. Mio marito è un uomo aggressivo e vendicativo e so che mi avrebbe reso la vita impossibile. Inoltre lui non ha mai voluto un lavoro fisso. Era una persona stupenda, sensibile e buona, ma senza radici.

Solo due mesi ha mi ha fatto andare a casa sua. Ho trovato una casa brutta logora sporca. Da quel giorno non ho più trovato un momento per incontrarlo, forse ho sentito davvero , per la prima volta, che non avevamo futuro.

Ma ieri per caso ho saputo da un’amica comune che frequenta un’altra donna da circa un mese. So che ne ha tutto il diritto, ma soffro come un albero cui viene tagliato il ramo più bello, non faccio altro che piangere. Non lo odio. Soffro e basta. Avrei tanto voluto me lo dicesse, ma non lo odio.  Quello che non sopporto invece è la mia vita.

 

Cara Valeria,

Lei si è innamorata di un uomo e lui si è innamorato di lei. Una cosa rara, una cosa preziosa e lo si capisce dal fatto che verso di lui prova sempre amore, sempre gratitudine, perché sente che le ha ridato la vita in un momento in cui ha visto la morte in faccia.

L’amore è raro ma è anche fragile e quando lo incontriamo, spesso ci pone di fronte a un dilemma. Anna Karenina, la protagonista del romanzo di Tolstoy, va incontro a un dilemma irresolubile quando si innamora di un ufficiale  e  non può rinunciare a lui, ma, al contempo, non accetta di separarsi dal figlio. E il marito, cogliendo il dilemma lo sa usare a suo totale vantaggio.

I dilemmi  ci pongono di fronte a scelte che talvolta non vogliamo fare. il dramma di Anna Karenina nasce nella sostanza nelnon aver voluto scegliere. Lei invece ha scelto i suoi figli e il suo amante, avendolo capito, ha agito di conseguenza.

In effetti quest’uomo ,che le ha dato tanto umanamente, sul versante pratico invece, non ha costruito uno spazio per lei e i suoi figli.  Ha continuato la sua vita da ragazzo, da scapolo e non ha pensato di costruire. Vedendo la sua casa, lei ha capito che l’amore per lei non era stato sufficiente a cambiarlo, la pigrizia di quest'uomo ha avuto la meglio.

Il vostro amore ha trovato un limite, un punto di non ritorno. Insieme avreste potuto affrontare le difficoltà di una separazione e lei avrebbe potuto anche far fronte alle resistenze e all’aggressività di suo marito. Ma si è sentita non appoggiata perché tre figli sono un impegno e una responsabilità verso la vita, che lei ha anteposto alla felicità personale.

Poteva fare altro? Non credo, perché il suo amante o non ha capito ciò che le serviva veramente o non ha voluto affrontare le difficoltà e fare ciò che doveva essere fatto.

Questo è un momento di dolore, ma lo supererà perché lei è una donna buona d’animo, di grande sensibilità  e ha il raro dono di riconoscere il bene ricevuto.

Cristina Cattaneo Beretta

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (Aracne 2020).

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