Da più punti di vista Scruton dovrebbe essere un riferimento per la destra europea. Alcuni sono scontati, altri vanno dal visibile all'invisibile, quasi indicibile, eppure sono fili insieme uniti. Ci vuole intelligenza a dipanare la matassa, come proprio Scruton sottolineò, nel magnifico An Intelligent Person’s Guide to Philosophy, reminiscenza del volume di G. B. Shaw, The Intelligent Woman’s Guide to Socialism and Capitalism.
In rapida sintesi, la migliore cultura inglese dice che ci vuole una guida intelligent. Scruton è un testimonial in proposito, per la vicenda singolare che terrorizzò l'ultimo suo anno di vita (non aveva un cancro quando questa brutta storia cominciò).
L'accusa di razzismo
Nel 2019 fu accusato di avere vergognose opinioni da “suprematista bianco”, meglio: da razzista, sfrontatamente espresse in un’intervista ad uno dei più stimati giornali britannici. Negò di aver detto quelle frasi, ma comunque iniziò un massacro. Mentre perfino alcuni amici lo stavano licenziando, anche dagli incarichi gratuiti, misteriosamente fu ritrovato il testo originale dell'intervista: non conteneva le affermazioni attribuite.
Erano deliberate distorsioni. Il miracoloso ritrovamento lo salvò da una degradazione con disonore, già in corso, non arrivata fino in fondo soltanto perché la manipolazione fu svelata con portentosi mezzi da intelligence.
Per un soffio, o per una soffiata, riuscì a salvarsi da una character assassination. Lo avevano quasi fatto fuori dal dibattito pubblico, con un colpo assassino sotto la cintura.
In The Spectator, 27 aprile 2019, parlando di questo scandalo, Douglas Murray dice che a volte uno scandalo è una biopsia della società. Se questa è la situazione nel Regno Unito, paese della libertà per eccellenza, si può facilmente capire la situazione esistente altrove. In cruda sintesi, questa certificata biopsia parla a noi sul versante della prognosi. Racconta che i guardiani dell'ordine costituito non si annidano soltanto nei giornali, nelle case editrici, nelle università, ma nelle stanze meno visibili e più profonde, a cominciare da quelle dei giganti del web e così via. Di stanza in stanza, andando a fondo, buoni e cattivi, purtroppo, non sono sempre separati e distinti; a volte, addirittura, c'è dell'uno e dell'altro nella stessa persona. Fanatismo e intelligenza sono mescolati in tante strutture e in tante vite parallele.
L'oicofobia
Scruton ha attribuito una sorta di malattia mentale ai nemici dell'Occidente. Fa i nomi. Spesso sono casi umani, casi psichiatrici, scrive quasi testualmente: ciarlatani, pagliacci, maniaci e squilibrati. L’oicofobia, dice, è la fobia della propria casa: un'incertezza su se stessi che si riversa sulla proprie radici, una patologica sfiducia nella propria identità, dunque rifiuto e disprezzo di ciò che innanzitutto secondo il comune sentire dovrebbe essere curato e accudito. Dietro l'odio per la casa comune occidentale, c'è il disprezzo per se stessi: problema sul quale esistono le biblioteche e le istituzioni degli strizzacervelli.
In un condominio globale con troppi scimuniti, può accadere di tutto. C'è paura che gli squilibrati vadano al potere, con danni enormi, come già accaduto. L'ascesa al potere di Hitler (il parallelo è di papa Bergoglio) fu molto veloce: ottenne il 44% dei voti quasi in un baleno. Joe Biden ha paragonato Donald Trump a Goebbels. Le classi dominanti occidentali temono che si ripeta qualcosa di simile: dalle fratture oscure del sociale potrebbero emergere movimenti imprevisti, ingovernabili, distruttivi. Capi carismatici indesiderati possono essere molto pericolosi.
Finora sono stati visibili interventi chirurgici, in maniera quasi sfacciata, come in Austria, o interventi a colpi d'accetta, come con Trump. Viviamo una guerra preventiva. Non basta essere bravi e corretti conservatori, come Scruton insegna. Questa è una sua lezione maggiore - ed è anche la più difficile da assimilare.
Nel 2020 su Twitter Giorgia Meloni ha commentato incisivamente la scomparsa di Roger Scruton: "principale interprete del pensiero conservatore al mondo". Ad un anno della sua scomparsa, come Presidente dei conservatori europei, ha solennemente ribadito l'intenzione di "promuovere la sua figura".