Draghi è una persona che gode di una grande stima non solo in Italia ma in Europa e nel mondo. Ha svolto in modo esemplare il suo ruolo di presidente della Banca d’ Italia e della BCE.
E' stato criticato, ostacolato più volte ma sempre solo nell’ambito del ristretto numero dei grandi politici, economisti e imprenditori che contano e in cui ci sono dissensi e conflitti condotti però con grande rispetto reciproco, direi con grande eleganza.
Egli può operare bene solo se si costituisce attorno a lui un ambiente politico simile, con gente che si rispetta che mantiene la parola data.
Un mondo che è l’opposto di quello becero e volgare creato e guidato da Beppe Grillo fatto di insulti di oscenità, che viola e offende intenzionalmente tutte le convenzioni civili, il mondo del branco, della sopraffazione, della violenza. Grillo è entrato nel sistema politico italiano come la folla di San Pietroburgo e entrata nel Palazzo d’Inverno, come i sanculotti sono entrati alle Tuileries.
In diversi film storici abbiamo visto il re e l’aristocrazia partecipare ad una festa, ad un ballo, mentre lontana avveniva una guerra con le sue crudeltà. Lo stesso succede quando avvengono le trattative di pace. I delegati si riuniscono in comodi ambienti, si trattano con cortesia.
I due mondi sono volutamente tenuti separati perché si vuole arrivare, dopo la guerra, ad un futuro pacifico e quello cortese ne mantiene vivo lo standard.Quando in questi ambienti arrivano i rivoluzionari, vuol dire che l’ordine sociale è irreparabilmente compromesso, e la guerra è diventata guerra civile.
Quello che temo
Quello che temo in un governo Draghi è che una grande massa di deputati avidi e spaventati lo subissi di critiche e di richieste, mentre molti gruppi politici spregiudicati e populisti lo attacca in modo volgare, sguaiato per distruggere il suo credito. Il sistema politico italiano deve ritrovare un ordine formale e una dimensione etica. La presenza di Draghi è l’occasione per iniziarne la ricostruzione o, al contrario, per perdere ogni dignità.