Sei comparsa al portone…

25 Marzo 2019



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Ungaretti e Bruna

Giuseppe Ungaretti nella prefazione dei “Dialoghi”, afferma: «[…] con il rendermi conto dell’età, oso indicare che l’amore può non estinguersi che con la morte», riferendosi al sentimento che da due anni lo lega a Bruna Bianco, una giovane poetessa brasiliana.

L’incontro con Bruna è una folata di aria fresca che porta una carica di gioia e di vitalità nella vecchiaia che lui stesso, solo pochi anni prima, aveva definito “opaca, secca”; la vivacità e la freschezza di Bruna Bianco non lo stimolano solo intellettualmente, per cui vivrà un nuovo periodo poetico particolarmente fecondo, ma lo inducono anche a perdere alcune delle abitudini “da vecchio” che ormai facevano parte della sua quotidianità.

I segni dell'innamoramento

Leone Piccioni, il curatore della sua opera, è il primo a notare i segni della metamorfosi che l’amore sta operando nel grande poeta; scrive: «Ungaretti […] mi invita a colazione, e m’accorgo che scoppia dalla voglia di confidarmi qualche segreto. […] Intanto mi accorgo che ha buttato via il bastone, che non porta più la cravatta ma maglioni o camicie a giro collo, sta bene, certamente ringiovanito. Che c’è di mezzo? C’è Bruna, di mezzo…».

Rinascita

Dopo il ritorno in Italia, Ungaretti inizia una fitta corrispondenza con Bruna, le scrive lettere e poesie d’amore che imbuca personalmente quasi ogni giorno. In una delle prime lettere troviamo una profonda riflessione sull’età e sull’amore inaspettato che ora gli riempie la vita: «Un vecchio, sai quello che è un vecchio? Tutto il suo vigore, tutta la sua speranza, via via lo abbandonano consumando e riducendo in spettri i ricordi. […] Ma questo vecchio qui che ti scrive, non ha più ricordi; sei venuta e i ricordi li hai spazzati via». Ungaretti non sente più la stanchezza, il dolore, la noia, gli sembra che gli anni gli siano scivolati dalle spalle, e con essi tutti i tristi ricordi legati alla perdita di amici e persone care; si sente energico, rinvigorito, progettuale, rinato. Ad una svolta della vita, che presagiva ormai l’amaro declino, l’incontro fortuito con la giovane poetessa italo-brasiliana rappresenta per lui l’occasione di tornare alla vita e all’amore, di vivere un nuovo innamoramento tanto più intenso in quanto inaspettato, e lo stato nascente amoroso investe tutta la sfera della sua esistenza, donandogli la forza e l’entusiasmo di fare progetti con l’amata.

Lettere e poesie

E’ nei suoi stessi scritti, nelle poesie per Bruna che è ravvisabile il desiderio di vivere quel futuro carico di promesse che gli si sta presentando, come in  12 settembre 1966:

 

Sei comparsa al portone

In un vestito rosso

Per dirmi che sei fuoco

Che consuma e riaccende.

 

Una spina mi ha punto

Delle tue rose rosse

Perché succhiasse al dito,

Come già tuo il mio sangue.

 

Percorremmo la strada,

Che lacera il rigoglio

Della selvaggia altura,

Ma già da molto tempo

Sapevo che soffrendo con temeraria

Fede,

L’età per vincere non conta

 

Il vestito rosso, il fuoco che «consuma e riaccende», le rose rosse, il sangue. Tutto evoca un amore passionale, intenso, improvviso; non si tratta di un’immagine spirituale, eterea, Bruna ha riacceso in lui il desiderio di vivere, ha risvegliato i sensi da lungo tempo sopiti. L’attimo in cui Ungaretti soccombe all’innamoramento, quando la spina lo punge, racchiude l’ineluttabilità dell’evento: la rivelazione, che gli reca allo stesso tempo gioia e dolore, perché l’innamoramento presuppone l’incertezza e sa che di fronte alla sua potenza «l’età per vincere non conta».

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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