Un titolo contraddittorio, ma cerco di spiegarlo, sperando di riuscire ad aprire uno spiraglio dal quale osservare un difficile tema: la coesione fra popoli o integrazione fra comunità etniche diverse, entro i confini di un medesimo stato/nazione.
Aristotele ne "La politica" affermava che l'uomo è un animale sociale in quanto tende ad aggregarsi naturalmente con altri individui (della medesima specie) e a costituirsi in società. Diamo abbastanza per assodata questa affermazione e la riteniamo universalmente accettabile, naturale ed inevitabile. Mi permetto di far notare che la società nella quale viveva Aristotele, era composta da cittadini -coesi in città, ora repubbliche ora democrazie. Entro tali aggregati vivevano anche altre creature su base biologica, chiamati schiavi e trattati alla stregua di robot - non cittadini e pertanto senza alcun diritto di esprimere platealmente le loro culture, abitudini, usi e costumi. Già qui si pone un problema di cosa significhi essere società integrata, per l'uomo. Un aggregato di simili distinto da altro dissimili, diversi e senza un riconoscimento di diritti di espressione e quindi di potere di influenza sul gruppo "altro".
L'integrazione culturale di un altro entro un gruppo dal quale non proviene, credo costituisca un punto di riflessione sempre aperto, in campo sociologico, psicologico e filosofico. Avventurarmi in una trattazione che ne riassuma anche solo i punti salienti, esula totalmente dalle intenzioni di questo scritto. Mi rivolgo invece a una esperienza concreta.
Un caso
Racconto di Annelore, nata, educata e divenuta adulta nella Germania nazista, al termine del secondo conflitto mondiale si trasferisce in Italia, per amore, dove sposa un ragazzo italiano. Una storia dunque di un nucleo di coppia che prova a costituirsi oltre le evidenti barriere divisorie, che hanno spaccano l'Europa in vincitori e vinti. La coppia riesce nell'intento. Ecco riproporsi una situazione nella quale un gruppo politico sociale (cultura democratica), incontra i residui sociali acculturatisi in un mondo dittatoriale. Li cancella perché integrare qui vuol dire disintegrare il preesistente e riprogrammare gli individui su nuove basi. L'integrazione fra cultura italiana e tedesca invece non riesce affatto.
Come è avvenuta l'integrazione ? Annelore ha annientato la sua origine, ha smesso di parlare la sua lingua, perché sarebbe stata definita "crucca", probabilmente disprezzata per essere stata nazista di nascita. Ha distrutto il suo passaporto tedesco, ha solo mantenuto il suo nome. Ha cambiato cucina, indumenti, ma ha conservato un sordo risentimento verso il popolo che ha preteso il suo annientamento culturale (non mi riferisco all'ideologia nazista, ma ad usi e costumi dei "crucchi").
Il genere umano socializza, ma allo stesso tempo ostracizza chi non vuole socializzare nel modo che è stato scelto, in quel specifico contesto storico. Non si nascerebbe con il desiderio di socializzare ma si apprenderebbe ad essere sociali per soddisfare bisogni essenzialmente egoistici di una determinata organizzazione sociale; un tempo geolocalizzata e con il periodo dei grandi imperi coloniali ed ora con la globalizzazione, ideologicamente-localizzata.
Tutto ciò che di egoistico è nel sociale, è rappresentato dal definire CHI sono i nostri simili, e CHI sono quelli che ci minacciano. In nome di questo CHI si fanno tutt'ora guerre, si giustificano le differenze di casta e sociali, le differenze di fede, persino le identità culturali e territoriali. L'uomo è si un animale sociale, tuttavia sembra abbia bisogno della contrapposizione di nuclei sociali. E' assurdo pertanto parlare di comunità umana. Più corretto è parlare di nuclei sociali (quindi anche politici) in contrapposizione fra loro, ciascuno (egoisticamente) impegnato nella auto-difesa contro l'altro, visto come minaccia esistenziale. Anche in questo caso non mi avventuro nella storia degli scontri sociali, politici economici; davvero una storia millenaria di infinite frazioni di scontro.
Mi rivolgo ancora e per l'ultima volta, in questo articolo, all'esperienza concreta che sta nel racconto della Torre di Babele (link a wikipedia). Dietro la sterminata distesa di lingue e dialetti, viaggiano culture, religioni, usi e costumi. Gli immigrati nella nostra società, le portano con loro, troppo velocemente da permettere che abbiano modo di fondersi con quelle che incontrano. La comunicazione, insopprimibile esigenza umana, ora complicata anche da codici informatici, algoritmi dell'intelligenza artificiale, diventa un enorme generatore di differenze fra gruppi. Per questa ragione Annelore, in un mondo meno ingolfato di codici, poteva essere zittita e inglobata in una nuova cultura. Per la stessa ragione, Mohammed, Marinela, Diego, Ting Ting, restano per Massimo e Rosanna persone lontane, gocce d'olio nella nostra acqua.