Sulla religione

22 Novembre 2020



'}}
'}}

Una pandemia che colpisce contemporaneamente tutto il mondo avrebbe, un tempo, provocato manifestazioni religiose, preghiere, cerimonie mentre non sembra che questo sia avvenuto, su ampia scala, almeno non nel mondo occidentale. In buona parte, perché erano proibiti gli assembramenti ma più spesso perché considerate inefficaci rispetto agli interventi sanitari.

Poi il singolo individuo o una intera comunità può aver trovato rifugio o speranza nella religione di fronte alla morte.

In sostanza, il Covid non ha interrotto il processo che Friedrich Nietzsche ha chiamato della morte di Dio, come distruzione del religioso, della trascendenza, del sovrannaturale. Non c’è più l’inferno, non c'è più il paradiso non c’è più l’escatologia .

E, in questo processo, ha giocato in modo decisivo la nuova immagine del cosmo che si espande, creando lo spazio-tempo per cui non c’è più un posto dove collocare il “Padre nostro che sei nei cieli”. Giordano Bruno è stato condannato proprio per l’idea di infinito.

La terra è per noi, oggi, solo una piccola sfera, inquinata, sovraffollata da cui non potremo mai uscire.

Poi si è capito con Kant che il mondo che noi vediamo è creato da categorie a priori: tradotto in linguaggio moderno diciamo che "non c’è un mondo in sé", ma vediamo sentiamo misuriamo solo ciò che ci dice il nostro cervello.

Infine c’è  stato il rifiuto sociale della struttura patriarcale: padre/figlio spirito/santo – e il rifiuto della gerarchia maschilista che non ha saputo cooptare le donne.

Che cosa può accadere nel futuro? Quali strade possono essere prese?

Con ogni probabilità resterà l’Islam (una totale predestinazione e, politicamente, una teocrazia), grazie a un Dio totalmente trascendente. Dovrebbe restare il buddismo perché non ha una divinità e ha la proporzionalità fra meriti e ricompense dovuto alla metempsicosi.

Il cattolicesimo mi sembra stia continuando, seppure in modo ridotto, lungo tre strade.

  • La prima è quella tradizionale dell'organizzazione e della gerarchia ecclesiastica (che ha avuto un sussulto di modernizzazione all’epoca del Concilio Vaticano) poi ha avuto un vero e proprio crollo, perdendo un numero enorme di sacerdoti e fedeli, e oggi ha una frattura interna fra occidentalizzanti e terzomondisti.
  • Che cosa può succedere ora? Restando alla Chiesa Cattolica si ha l’impressione che rimanga in piedi la struttura gerarchica (con le sue attività caritative),  ma sempre più ristretta e anchilosata. Con una prevalenza, cioè, delle "opere" al posto della fede o della mistica. Dobbiamo però tener conto che la Chiesa cattolica si è costruita, ed è rimasta nel tempo, grazie ai movimenti; ricordiamone solo alcuni: i benedettini, i monaci di Cluny, i francescani, i domenicani, i gesuiti e, recentemente, in Italia, Comunione e liberazione e il Rinnovamento nello Spirito.
  • In questo momento non ci sono segni della nascita o della rivitalizzazione di un movimento ma, data la fase di profonda crisi, non si può escludere che questo avvenga.

 

Condividi questo articolo

'}}

Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

ARTICOLO PRECEDENTEPROSSIMO ARTICOLO
Back to Top
×