Durante l’ultima parte del ventesimo secolo è avvenuto il crollo definitivo del patriarcato, la rottura della famiglia, la rivoluzione sessuale. Però ne restavano in piedi l’involucro istituzionale e i valori di fondo: la fiducia nell’amore e nei legami forti. Fu con la globalizzazione che il processo accelerò.
Di colpo tutti ebbero l’impressione che il mondo si fosse aperto, spalancato, di poter conoscere tutti, di poter entrare in contatto, di poter amare ed essere amati da tutti. L’esplosione delle possibilità mise in crisi le relazioni forti e durature.
Le ragazze di sedici anni incominciarono a dire che non volevano un fidanzato, un marito e dei figli, ma essere libere di avere tante esperienze con partner diversi. Anche le coppie sposate o conviventi si rompevano continuamente ed aumentò enormemente il numero dei single. Sembrava che il rapporto millenario fra uomo e donna stesse per andare in pezzi e fosse in atto uno sradicamento delle basi stesse della vita sociale. Il risultato però era la creazione di uno stato di disordine che continuava ad aumentare.
Mentre scrivevamo con Cristina Cattaneo il libro attualmente in stampa, avevamo l’impressione che questo stato di disordine o entropia stesse superando una soglia pericolosa. E lo stesso stava avvenendo anche a livello economico finanziario, a livello ecologico. Ora, la mia teoria dei movimenti e il sistema dissipativo di Prigogine affermano che, oltre una certa soglia di disordine o entropia, il sistema collassa e si ristruttura in modo più semplice, ordinato.
Quindi aspettavamo un cambiamento improvviso, un collasso improvviso, ma non sapevamo né dove né quando.
Poi rapidamente è arrivato e si è abbattuto ovunque ed anche sul sistema erotico amoroso familiare che evitava i legami forti e favoriva quelli rapidi e deboli. In questo campo così intimo, l’arrivo della pandemia di coronavirus ha avuto il carattere di una punizione divina.
Di colpo la nostra ricerca di libertà, la nostra indipendenza, gli incontri erotici brevi con tanti partner sono diventati pericolose fonti di contagio. Sono diventati tali perfino gli abbracci e le strette di mano. Il malato single resta solo in casa, la gente ha paura ad andarlo a trovare. Anche gli amici si diradano, anche gli infermieri, i medici. L’individuo può contare solo sui familiari più stretti, sulla persona che lo ama veramente, cioè su coloro che prima evitava perché non voleva più legami forti.
Noi non ce ne accorgiamo, ma nel giro di pochi mesi è avvenuto un rovesciamento radicale del bene in male e viceversa in un settore cosi delicato. E, nel frattempo, sta crollando un'altra credenza collettiva che ha dominato gli ultimi vent'anni di globalizzazione: quello di vivere in un'epoca di crescente benessere, di libertà individuale senza confini, dove non ci sono freni morali, dove puoi fare tutto ciò che vuoi.
Oggi di colpo si è visto che moltissime cose sono impossibili. La nostra libertà non è aumentata, ma paurosamente diminuita. Siamo oppressi, osservati, seguiti, controllati, intrappolati in norme burocratiche a cui si sono aggiunte tutte le limitazioni della pandemia. Il sistema economico è in difficolta e noi rischiamo di impoverirci paurosamente. Ma proprio perché tutto si trasforma occorre cambiare radicalmente l’organizzazione del lavoro, l’organizzazione sanitaria.
Ci aspetta perciò un immenso compito ricostruttivo.