Il paese è straordinariamente unito. Tutte le mattine gli italiani si affacciano alla finestra e cantano l’inno di Mameli. Mai c’e stato un appello all’unità cosi forte. Dal presidente della repubblica al capo del governo, da Fiorello a Verdone e cento altri personaggi dello spettacolo e della politica c’e un unico invito.
Abbiamo per la prima volta un governo che non viene più contestato, discusso, contraddetto nemmeno dall'opposizione, che invita ad una lotta comune. Devo dire che questo governo che sembrava debole, diviso e incerto invece si dimostra un monolite. Ha afferrato e tiene saldamente il potere comunicando direttamente ai sudditi le sue decisioni. Ha preso in mano tutta l’informazione sulla diffusione del virus e ce la comunica o meglio ce la fa comunicare alle sei di sera (e solo a questa ora) dal capo della Protezione civile Borrelli e dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, che ci dicono a voce quanti sono i contagiati, i guariti e i morti. Ce li dicono senza grafici, una volta sola, per cui devi essere pronto a trascriverli con carta e penna. Prima di quell’ora e di quella trasmissione non ci sono informazioni. I telegiornali danno notizie locali, casi umani, prove di solidarietà, di eroismo.
Come ricordiamo la pandemia è cominciata nel nord, in Lombardia e in Veneto, e i presidenti Fontana e Zaia hanno reagito immediatamente isolando le aree rosse (che hanno spento sul loro territorio l’epidemia), chiedendo al governo di poter prendere drastiche misure a livello regionale e poi di estenderle a livello nazionale. I governatori non avevano il potere di farlo. Dovevano deciderlo il governo e i funzionari che si trovano tutti a Roma, lontani dall’epicentro.
Posso essermi sbagliato, ma ho avuto l’impressione che in questi campo numerosi cittadini del nord si siano sentiti lontani da Roma, mentre li rassicurava maggiormente un presidente come Fontana che era in prima linea, a contatto col popolo e vedeva personalmente i problemi e le cose da fare. Non c’e stata frattura, ma nel nord, che ha tanto lottato per l’autonomia, l’accentramento di tutto nelle mani della Protezione Civile crea disagi e malumori.