Ormai si è diffusa la diffidenza, la sospettosità verso il matrimonio.
Un tempo le donne sognavano una vita amorosa già da bambine. Pensiamo alla diffusione della bambola Barbie attraverso cui riviveva le tappe del rapporto amoroso in cui prendeva sempre più spazio il periodo del corteggiamento e del fidanzamento, ma si concludeva comunque sempre con il matrimonio e la presenza di figli. I maschi non hanno mai avuto questo ideale e infatti fra i loro giochi non troviamo l’equivalente di Barbie.
Ma questo modello sta svanendo anche per le bambine, il matrimonio e la stabilita coniugale non sono più il riferimento ideale. Gia molte adolescenti che si innamorano appassionatamente non pensano ad un amore stabilizzato o meglio irrigidito dal matrimonio e le giovani donne hanno paura a prendere impegni. I maschi le seguono e il risultato è un racconto del matrimonio come una istituzione che ti imprigiona in una vita ripetitiva e monotona, fatta di lavori domestici, di noia e di incomprensioni da cui puoi solo fuggire.
Nello stesso tempo l’amore viene sempre più riproposto come avventura, scoperta e come sesso mentre sembra diventato difficile mostrarlo, nel suo aspetto di misterioso incontro , misteriosa affinità della mente e dei cuori per cui l’uno non può più fare a meno dell’altro e solo in sua presenza, abbracciandolo o essendone abbracciato prova una esperienza di felicità che non è bisogno, tensione, ricerca, e nemmeno appagamento ma compimento, completezza. Nella letteratura e più in generale nell’arte l’amore è dato come desiderio, aspirazione, grido verso l’amato assente, o lontano, mentre non c’è nemmeno un linguaggio per indicare lo stato amoroso felice, il rinnovarsi del piacere nella certezza.
Le favole alla fine dicono “e vissero felici e contenti”.
Non sanno e non posso dire altro ma questa espressione non indica solo che la storia e finita ma che non c’è più amore da trovare. L’amore nel racconto corrente è sempre un cercare a cui segue il trovare o non trovare, e una domanda a cui segue o non segue la risposta. In questa esperienza invece l’amore è sperimentato come dato esistente, come uno stato entro cui si svolge l’esperienza. L’amore qui è completezza, hai tutto e non hai bisogno d’altro. Esso ci riporta alle esperienze mistiche di contatto con l’assoluto ed evoca espressioni di completezza come pleroma o tikkun. Ma lasciando il campo della mistica e venendo alle esperienze amorose concrete, queste esperienza le ritroviamo proprio nell’amore sicuro, senza dubbi, fatto di certezza, di completezza, di vicinanza, nell’amore da convivenza, nell’amore coniugale. Un amore che è tenerezza dolcezza e fusione. È questa probabilmente l’esperienza specifica che consente l’amore coniugale , più facile in una società statica, più difficile in una società dinamica come la nostra.