La guerra in Ucraina, l’unità dell’Europa e il dilemma della Germania

5 Giugno 2022



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Il presente articolo costituisce la seconda parte del seguente di cui si consiglia la lettura: Fiat-justitia-pereat-mundus

La guerra in Europa

Sono veramente in tanti a non temere la catastrofe nucleare in Europa? Negli USA che sono lontani e si considerano lontanissimi e in più perché la guerra nucleare l’hanno pensata per decenni, vi si sono preparati nei loro bunker antiatomici decidendo addirittura chi potrebbe scatenarla. Ma perché mai dovrebbero pensarlo i diversi paesi europei cui, salvo il momento entusiasta della rivolta contro l’invasore russo, dell’Ucraina non gliene importa niente?

Soffermiamoci ora un momento sulla Germania, la terza potenza del mondo che dovrebbe autodistruggersi per dare alla Ucraina la possibilità di diventare indipendente. Perché deve farlo? La sua vocazione è crescere, non annullarsi. Lo deve fare perché colpevole di aver scatenato la seconda guerra mondiale? È dal 1945 che la Germania viene accusata, vilipesa, denigrata con tutti i mezzi di comunicazione per aver appoggiato il nazismo. Migliaia di film, di libri, di saggi di scritti hanno ripetuto fino alla nausea le sue colpe ed ora dovrebbe sacrificarsi per ragioni morali? E a chiederglielo non sono solo gli americani ma tutti i 27 stati europei, il che indica uno stato di odio diffuso, un rancore diffuso generato dalla somma dell’odio anglosassone per l’Europa continentale, il desiderio di potenza di popoli che non sono mai stai potenti.

Mobilitazione

La mobilitazione di tutte le nazioni europee in funzione antirussa non ha creato una entità sociopolitica nuova, anzi l’ha divisa. Ufficialmente tutti siamo entrati, cantando libertà nel Commonwealth angloamericano in cui stati europei sono membri subordinati come un tempo erano membri subordinati dell’Inghilterra: gli USA, l’India, Il Canada, Il Sudafrica, l’Australia la nuova Zelanda.

Come finirà questa storia? Entrerà anche la Germania ubbidiente nel Commonwealth? Ma attenzione, il crollo dell’impero russo, il disfacimento dell’Asia centrale giova alla nazione tedesca che continua ad avere interesse alla costruzione di una grande area di sviluppo fra Europa ed Asia, dove essa dispone della tecnologia industriale più avanzata e da cui può arrivare direttamente al petrolio del Caspio. Che in questa prospettiva l’Ucraina sia indipendente non importa nulla.

Se questa ipotesi è corretta l’imposizione anglo americana di schierarsi su due fronti contrapposti filorusso o filoamericano può avere come effetto la divisione dell’Europa e la sua disintegrazione, in parallelo al crollo dell’Asia Centrale. Resterebbe allora solo la superpotenza americana, una Europa in stato caotico, una Germania in tensione, la Cina che espande i suoi confini asiatici e forse anche una ripresa del modo islamico con epicentro in Turchia ed espansione verso il mediterraneo e l’Asia centrale.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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