A qualunque costo
Per molti anni durate la guerra fredda, americani e sovietici si sono trovati di fronte all’alternativa se arrendersi o scatenare l’apocalisse termonucleare. Problema che si era già presentato anni prima col nazismo quando Roosvelt avviò il programma di Alamogordo. Così facendo aveva deciso dall’inizio che in caso di perdita si sarebbero usate armi atomiche, a qualunque costo.
Uno schema mentale che sembra moderno, attivato da circostanze straordinarie: ma in realtà siamo di fronte ad uno schema tradizionale antichissimo che ritroviamo addirittura nella Bibbia, nell'affermazione “muoia Sansone e tutti in filistei” e nell'espressione romana “fiat justitia pereat mundus”.
Nella scelta fra giustizia e vita deve prevalere la giustizia a qualsiasi prezzo, anche la distruzione apocalittica del mondo. Non lo ha già fatto una volta Dio col diluvio? E non si sono uccisi tutti i difensori di Masada?
Far saltare tutto
In molti hanno immaginato una situazione in cui un tiranno costretto alle corde come ultimo atto è disposto anche a far saltare in aria tutto il pianeta. Qualcuno pensa che potrebbe farlo Putin.
Un Putin sconfitto che vede crollare il suo impero decide, come ultimo atto di lanciare una tempesta termonucleare. Questo modo di pensare si è diffuso durante la guerra fredda, si è riattivato immediatamente oggi ed è riuscito a contagiare l’Europa.
La cosa impressionante è che anche di fronte al pericolo della guerra atomica, la gente non si è terrorizzata, non è stata presa dal panico e dall’orrore e anzi in alcuni ambienti soprattutto americani è stata considerata possibile e addirittura augurabile. Nel suo ultimo libro, Per niente al mondo, Ken Follett immagina una situazione in cui scoppia un conflitto tra Cina e Corea in cui sono coinvolti gli americani. E il presidente americano, che tra l’altro è una donna, piena di angoscia e addolorata, dà l’ordine del lancio di tutti i missili termonucleari provocando una catastrofe globale.
"Fiat justitia pereat mundus"
Seconda parte:
LA GUERRA IN UCRAINA, L'UNITA' DELL'EUROPA E IL DILEMMA DELLA GERMANIA