La bellezza maschile

13 Giugno 2018



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Quando penso alla bellezza maschile mi vengono in mente i corpi di giovani maschi plasmati ogni giorno da estenuanti esercizi di palestra. E mi vengono in mente subito dopo i bronzi di Riace ed ho la netta impressione che questi siano ad un tempo perfetti e reali, mentre quelli nati solo dalla palestra siano delle pallide copie senza valore.

Perché questa differenza? Perché i bronzi di Riace non sono solo corpi plasmati per essere ammirati, sono corpi scolpiti con terribili esercizi per uno scopo altissimo: la guerra. Tutti i giovani greci maschi erano dei ginnasti e degli atleti che competevano continuamente nelle gare locali e poi infine alle olimpiadi. Ma nello stesso tempo erano dei guerrieri che potevano essere chiamati da un momento all’altro per affrontare il nemico in guerra o in un duello in cui era in gioco la loro vita.

Ecco la differenza fra l’uomo palestrato e il guerriero di Riace che in quel corpo ha incorporato la sua finalità ultima di essere guerriero ed è come guerriero in combattimento che ci viene rappresentato. Di qui il di più di valore che noi cogliamo, la statua incorpora lo spirito del guerriero, il suo coraggio, la sua spietatezza, la sua presenza di fronte alla morte: erano anche e prima di tutto dei guerrieri. La differenza è perciò abissale.

I guerrieri di Riace sono due corpi muscolosi ma coi corpi scolpiti dalle arti marziali e che esprimono, direi addirittura irraggiano, la spietatezza del guerriero, la loro fierezza e il loro indomito coraggio. Sono corpi stupendi che affrontano spietatamente un nemico, che affrontano spietatamente la morte. La loro forza fisica, la loro potenza fisica esprime una forza interiore nobile e terribile. E vedendo questi corpi plasmati per la competizione e per la guerra, tutto un popolo plasmato secondo questi valori, capisci perché poche migliaia di opliti potevano mettere in rotta un esercito persiano formato da truppe male armate e prive di addestramento, quindi soldati mollicci sbandati e paurosi.

Nel caso della donna abbiamo parlato a lungo dell’abbigliamento, del trucco, dell’artificio oppure della gestualità, della danza che trasforma il nudo in qualcosa di superiore e divino. Nel caso del maschio, nella tradizione greco romana l’abbigliamento non è importante. È il corpo nudo che deve esprimere la bellezza e quella bellezza deve avere un'anima, un significato e un valore. Come il coraggio incrollabile dei guerrieri di Riace e la sublime serenità di Hermes di Olimpia, la potenza sovrana dell’Apollo del Belvedere, il corpo arcuato del Discobolo fino allo spasimo agonico disperato del Laocoonte. E continuerà nel Rinascimento con il corpo serenamente vincente del David di Michelangelo.

La bellezza maschile non è in realtà più cambiata dall’epoca greca, noi ne siamo i continuatori e gli eredi con le nostre gare sportive e le nostre palestre, ma la bellezza dell’originale greco non era solo forma scultorea bensì aveva anche un'anima, un significato e incarnava valori, virtù, miti. Molti sono dei o figure divine quindi sovrumani, immortali con un volere, una meta, un compito. L’uomo palestrato ha il loro stesso fisico ma dovrebbe trasmettere solo erotismo, attrazione erotica alla femmina e sempre più spesso anche al maschio.
La grande bellezza del corpo nudo maschile è perciò sempre anche virtù, valore, compito, destino.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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