Il passato mi impedisce di amare

29 Aprile 2024



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Gentile Cristina,

so che lei è esperta di problemi affettivi, per questo le scrivo. Il mio ragazzo mi ha lasciata da ormai due anni e io non mi rassegno.  Ogni mattina mi alzo pensando a lui e ogni sera mi addormento piangendo sul cuscino nel ricordo dei suoi abbracci, piango sino a non avere più fiato. Al contempo, da qualche mese durante la giornata sono assetata di complimenti. Ho ripreso ad andare fuori con le mie amiche e mi guardo intorno come se aspettassi qualcuno che deve arrivare. Se vedo qualcuno che mi sembra interessante , che mi guarda, fantastico che possa innamorarsi di me e io di lui e che mi possa portare via dal mio ex. E se mi invita a uscire accetto; sino ad ora sono sempre tornata a casa pensando al mio ragazzo. Mi accorgo che anche se desidero qualcosa che non c’è ancora, sono attaccata a un ricordo che non se ne vuole andare.

Cosa devo fare?

Mirella

 

Cristina Cattaneo Berettacara Mirella,

Così siamo fatti noi esseri umani, da un lato ci attacchiamo ai ricordi di quando eravamo felici, quando eravamo nell’Eden, prima di esserne scacciati fuori con la durezza e la freddezza di cui è capace la vita. E tanto più eravamo felici, tanto più restiamo attaccati al ricordo, come se ci attendessimo di ricevere ancora il calore di cui ci nutrivamo e ci era indispensabile. Ma al contempo, mentre piangiamo e soffriamo e ci sentiamo soli al mondo, piegati da un destino avverso, dentro di noi prima o poi, inizia ad ardere una luce che ci spinge a guardare non più alle nostre spalle, ma nel futuro; che ci spinge a immaginare la possibilità, prima ancora di cercarla concretamente, di un nuovo amore che verrà a riempire di senso e doni la nostra esistenza. Chi non fa questo continuerà a vivere nel ricordo.

Ma cosa ci rende possibile questo passaggio? La precognizione di un amore, che sia questa volta, vero, capace di sfidare le difficoltà e resistere a lungo. Perché è questo l’aspetto incomprensibile per la nostra mente (non solo per il cuore): che l’amore quando ci si presenta appare infinito e assoluto, atemporale. Incorruttibile, cioè impossibile da distruggere. E quando ci viene strappato ci rendiamo conto che non era assoluto, ma degradabile come qualsiasi altra cosa - e infatti è stato distrutto come ogni cosa umana.  Dunque oltre alla sofferenza affettiva, vi è un aspetto di incomprensibilità:

la nostra mente si arrovella, perché non riesce a capire come sia stato possibile. Come l’assoluto, l’atemporale, l’infinito, sia potuto diventare temporale, finito, e alla fine essere stato buttato via.

Certo, ci possiamo reinnamorare senza questo passaggio, senza una nuova precognizione o senza che ne siamo consapevoli, ma nella mia esperienza chi non immagina nulla di nuovo, chi non lo desidera, rimane più facilmente impigliato nel passato, tutte le sue energie vengono inghiottite in un tempo che è trascorso e non potrà mai diventare presente. Se la mente inizia a cercare le risposte alla domanda "come sarebbe potuto essere se io, se lui, se quella volta, o quell'altra… " resta intrappolata in tutte le strade non prese.

Immaginare il futuro dà in qualche modo, anche se non sappiamo come, una direzione al nostro sguardo e alla nostra esistenza. Noi andiamo dove guardiamo, i nostri occhi si posano dove volgiamo il nostro capo e i nostri occhi. Lo sa bene chi va in bicicletta, se vuole rimanere sulla careggiata non deve guardare fuori dal manto stradale, perché finirebbe per andare nella direzione dello sguardo. Questo è il vero fattore di quella che viene chiamata dalla New Age, legge di attrazione.

Ma il passaggio non può solo essere iniziato, deve completarsi. Io credo, dopo tanti casi visti, che si possa lasciare andare veramente il passato solo quando entriamo in una nuova vita, in una nuova patria, e diamo forma a una nuova identità, dove non siamo più quelli che eravamo con quella persona.

Quindi è anche un lutto.

Infatti quando si affaccia la possibilità di un nuovo amore, una parte di noi resiste e oppone la felicità provata a quella possibile ma incerta. E spesso iniziano i confronti. Per lasciarsi alle spalle  il ricordo dell’amore che vive attraverso le lacrime che sgorgano quando siamo soli,  dobbiamo bruciare il suo fantasma rimasto impresso nell’immaginazione. Vede lei non sta trattenendo il vecchio amore, ma il suo ricordo,  come nell’opera l’Amor brujo di Manuel de Falla di cui avevo trattato in un articolo del magazine di alcuni anni fa (Danza-rituale-per-liberarsi-di-un-amore-penoso).

In quest’opera, una giovane gitana non riesce a dimenticare l’uomo che aveva amato appassionatamente e che poi era morto ed era rimasta a lungo sola e disperata. Solo quando incontra un nuovo possibile amore, l‘orizzonte inizia a dischiudersi davanti a lei. Ma la rottura con il passato non avviene automaticamente: mentre lei cerca di andare verso il nuovo amore, il fantasma del vecchio riappare, la perseguita e le impedisce di amarlo. Candela decide allora di fare un atto magico rituale, una danza del fuoco, per bruciare lo spettro del vecchio amore: iI fuoco che brucia ed elimina il passato è un simbolo universale di morte rinascita.

Perché il nuovo possa entrare nella nostra vita, dobbiamo chiudere completamente con il passato, non possiamo rimanere a metà. Come dobbiamo fare allora? Come deve fare lei? Continuare a lasciarsi guidare dal processo, senza ostacolarlo. Un'indicazione semplice, è quella di passare più tempo a immaginare che a ricordare, a fare più cose nuove mai fatte, che cose che faceva insieme al suo ex.

L’unica osservazione, Mirella, è che due anni iniziano a essere tanti. Sappia che questo processo può essere accelerato con l’aiuto di un bravo psicoterapeuta e che è sulla buona strada.

 

Cristina Cattaneo

 

 

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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