Nell’Odissea ogni volta che Ulisse ha un dubbio, un’incertezza, un dilemma subito arriva accanto a lui una divinità, di solito Atena che gli indica la strada da seguire o gli impone di seguirla. In questo modo tutte le azioni umane sono guidate dagli dei che costituiscono un mondo sovraordinato a quello umano, abitualmente invisibile, ma che di quando in quando si manifesta in forma umano corporea ed allora mostra la sua vita intellettuale ed emotiva. Simile in tutto alle nostre. La vita degli dei è intrecciata con quella degli uomini, non in una teologia ma in una mitologia. E la mitologia nel suo svolgersi ritrovarsi è sempre anche spettacolo: la sua principale forma espressiva è il teatro. Tu gli dei e gli uomini li vedi fuori e davanti a te recitare e ti identifichi con loro. Quando è avvinto da una storia, lo spettatore è dimentico di sè. E quando come di solito accade, la sceneggiatura è scarsa, lo spettatore la riempie lui. Qualunque oggetto può diventare qualsiasi oggetto e qualsiasi personaggio. Col passare dei secoli tanto la sceneggiatura che la scenografia si sono ingigantite, raffinate, perfezionate. Quando le divinità olimpiche hanno smesso di agire direttamente sull’uomo? Quando hanno lasciato il mondo degli uomini? Quando è finito il Politeismo, si dice. In realtà, scomparsi gli dei olimpici sono rimasti i demoni, fantasmi, divinità di ogni tipo. Il mondo è rimasto popolato di entità sovrannaturali e in parte lo rimane popolato tutt’ora. Il disincanto del mondo è stato lento ed in molte società è ancora in corso ora. In parallelo a questo disincanto c’ è stata una fioritura di qualcosa creato dalla mente umana, senza corrispondenza con ciò che viene vissuto come vivo e reale. Oggi noi possiamo produrre tutti gli dei dell’Olimpo ma restano prodotti dell’immaginazione, irreali, possiamo moltiplicare questa produzione, estendere ad altri campi ma resterà tutto irreale, per quanto verosimile. In sostanza se noi confrontiamo il mondo incantato degli dei, degli dei vissuti come reali, con il mondo dello spettacolo in tutte le sue forme, ci accorgiamo che questo ci è indispensabile come lo era l’altro. È come se l’essere umano non potesse avere un rapporto diretto col reale ma abbia sempre bisogno di un intermediario immaginario, ora ancorato al reale ora non ancorato.
Il processo che porta fuori dal mondo incantato è la scienza. La scienza spiega il fenomeno come un’azione sulla materia o sull’energia Anche la materia è onda, anche il suono è spostamento di materia, non ci sono oggetti immateriali o immortali. Ci sono oggetti materiali ed entità immaginarie- Anzi possiamo dire che l’universo immaginario integra e completa quello materiale, gli dà significato e valori.
È su questo cosmo che è arrivata improvvisamente l’informatica e internet moltiplicando immensamente tutte le possibilità di comunicazione e accelerando la globalizzazione. Si stabilirono fra tutti i paesi del mondo, rapporti di comunicazione, si diffusero espressioni culturali massificate, ma in poco tempo è avvenuta una reazione: ha prevalso una posizione che perseguiva il progresso culturale e sociale con il nome di intelligenza artificiale. Molti pensavano dall’inizio ad un potenziamento dell’intelligenza umana altri invece ad un suo superamento. Alcuni temevano addirittura che il nuovo apparecchio aumentando gradualmente le sue capacità arrivasse a diventare autocosciente e si ponesse in una lotta di supremazia con l’uomo entro lo schema servo-padrone. Non credo a questa possibilità, perché la coscienza è un vedere dal di dentro mentre il robot può essere osservato solo dal di fuori.
Lo sviluppo e la diffusione dell’intelligenza artificiale dovrebbe produrre una forte spinta conoscitiva verso l’alto e la formazione di une élite più preparata, più capace rispetto a quella attuale che non brilla per eccessive capacità anzi è stata assorbita dai cellulari e sembra aver perso la capacità di argomentare. È anche possibile immaginare una vera e propria lotta di classe grazie al controllo e all’uso della intelligenza artificiale. E che effetto avrà sull’immaginario la crescita e la diffusione della Intelligenza artificiale? Qualcuno pensa che la componente spettacolare scenderà in rapporto alla dimensione razionale, ma tutto quanto è successo fino ad oggi ci fa prevedere il contrario. L’aumento della comunicazione volgare di massa negli ultimi trent’anni ha fatto diminuire l’immaginazione e la creatività.