Plagio d’amore – manipolazioni pericolose

24 Luglio 2019



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Nel libro Vera di Elizabeth von Arnim, il maturo Everard, da poco vedovo, incontra la giovane Lucy, affranta per l’improvvisa perdita del padre. Facendo leva sul dolore che li unisce, le si rende indispensabile, la ricopre di attenzioni, la rassicura. Proprio come farebbe una figura paterna. La giovane Lucy gli si abbandona con ingenua fiducia, viene soggiogata dalla sua forte personalità e gli dona il suo cuore senza riserve. Non sa di essere vittima di un plagio d'amore.

Il raffinato gioco manipolatorio di Everard riesce con destrezza in breve tempo ad allontanare Lucy dal gruppo di amici che frequenta da sempre, dalla zia con la quale vive, a isolarla dalla rete di affetti e a plasmarne credenze, valori e pensieri fino a renderla come cera nelle sue mani. Lui non sa vivere da solo. Vuole un’altra moglie, dopo che Vera si è (probabilmente) suicidata. Ma non una moglie alla pari. Vuole una donna succube e in suo completo potere, perché ciò che prevale in lui è il desiderio di dominio.

Infatti, nonostante le rimostranze della zia, che ha intuito la reale personalità dell’uomo, Lucy, ormai completamente plagiata, crede solo a Everard e giudica tutti gli avvertimenti come critiche ingiustificate verso un uomo tanto buono.

Everard recide con abilità le ultime difese di Lucy e la persuade a sposarlo, portandola a vivere lontano da Londra, nella casa in cui aveva vissuto con Vera.

Nella vita quotidiana Everard si attende che Lucy rispetti nel dettaglio i rituali che le impone (esattamente come fa la servitù), ed ogni inavvertito errore della giovane lo rende perfido o irascibile. Poco a poco l’uomo trasforma le parole dolci in comandi, inizia una tortura psicologica che rende Lucy sempre più confusa e dipendente da lui. Lucy comprende che deve prestare estrema attenzione a ogni parola, ogni azione, ogni pensiero per non suscitare la collera del suo Everard. Ma, ciononostante, non metterà mai in discussione il suo amore per lui, non si ribella alla prigione mentale e fisica in lui l’ha rinchiusa. Lucy abdica completamente ai suoi pensieri, alle sue sensazioni e alla sua personalità. Ormai è totalmente plagiata, non prova più neppure l’istinto di proteggersi.

Il romanzo è d’altri tempi - è del 1921 - ma la relazione tra Everard e Lucy non lo è.

Continuano a sussistere relazioni - travestite d’amore - che celano dinamiche di violenza psicologica.Vi sono uomini e donne che agiscono intenzionalmente per rendere i propri partner oggetti senza più un’anima, in loro completo dominio. Come i guru con gli adepti. Everard trova in Lucy una preda facile perché è indebolita dal grave lutto che sta vivendo, è vulnerabile e in cerca di amore e protezione. E subito cerca di isolarla, di recidere i legami preesistenti della giovane che possono interferire nei suoi piani. Intanto inizia a lavorare sulla sua mente, a plasmarla a sua immagine, a intimidirne il confronto.

Freud sosteneva: “Se due individui sono sempre d’accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi”. E Lucy giungerà infatti a convincersi di essere sempre in torto. Si dà della sciocca e dell’immatura quando la pensa diversamente, perché Everard ha sempre ragione. Se qualcosa lo irrita, è perché è lei a comportarsi nel modo sbagliato; se ha dei pensieri poco lusinghieri sul marito, è subito pronta a modificarli pensando di essere maligna e irriconoscente. In altre parole, diventa collusiva con il suo carnefice.

Quante Lucy troviamo oggi che vivono situazioni di dolore? Donne che temono la solitudine, che bramano di essere amate? Donne il cui bisogno di essere rassicurate, lusingate, sedotte le rende estremamente sensibili alla manipolazione emotiva? Lo stesso discorso vale per gli uomini.

Quando si entra nella spirale del plagio d'amore diventa estremamente difficile riuscire a prendere le distanze e comprendere che è una realtà distorta quella in cui si vive. Perché si è caduti in una rete invisibile e non si è più in grado di valutare con la propria testa ciò che è vero e ciò che è indotto dal partner. Ci si fida unicamente di lei o di lui, si giudicano i consigli e gli avvertimenti di amici e parenti come critiche e invidie contro il nostro 'grande amore'.

Facciamo quindi attenzione a chi ci impone di chiudere tutti i legami preesistenti, a non cadere nella rete di chi vuole isolarci da famiglia, amici, colleghi, a chi ci induce a pensare con la sua testa: questo non è amore.

È solo una violenza psicologica con cui si traveste il dominio emotivo. Un plagio d'amore, appunto.

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Federica Fortunato

Sociologa e professional coach. Collabora dal 2000 con l’università IULM, ha tenuto corsi presso l’Università Statale degli Studi negli insegnamenti ad indirizzo sociologico e ha collaborato con il Politecnico di Milano. Nel corso degli anni ha partecipato a numerose ricerche universitarie, con l’ISTUR presso committenti privati e istituzionali, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e presso realtà aziendali italiane nel settore del lusso.

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