Perché ripetiamo gli errori del passato

2 Settembre 2019



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Henry Bergson in un bellissimo scritto, Il comico scriveva che noi abbiamo l’esperienza del comico quando vediamo la ripetizione rigida, meccanica di un comportamento. Osserva allora che l’essere vivente agisce come una macchina.

Questo effetto deriva dal fatto che la materia vivente è fluida, continua a cambiare e anche noi esseri umani dovremmo essere plastici e sempre nuovi, sempre diversi, come lo sono i nostri stati d’animo. Invece, più spesso di quanto non sembri, la nostra naturale fluidità si inceppa in un meccanismo rigido, e produce una ripetizione.  L’attore comico mette in scena questa ripetizione: ci mostra gli stessi gesti stereotipati da burattino e questo ci fa ridere. In sostanza facciamo ridere perchè siamo vivi ma ci ripetiamo come automi, appariamo cioè come esseri non viventi

La ripetizione è mancanza di vita e di amore.

Noi ci ripetiamo quando siamo vuoti oppure quando siamo infelici. Quando soffriamo per amore, per esempio, ricordiamo continuamente il passato. Al contrario l’innamoramento è diversità, rinascita. Quando due persone sono innamorate ciascuno vede nell'altro sempre un essere nuovo.

Le ripetizioni che avvengono nel corso della vita sono il segno di qualcosa di patologico, significa che siamo preda di meccanismi automatici non vitali. Ci sono persone che non si innamorano mai, uomini che si innamorano regolarmente di donne prepotenti,  donne che si legano sempre a uomini sposati o quelle che diventano sempre amanti. Freud si era molto interessato a questo fenomeno che aveva chiamato coazione a ripetere e lo aveva considerato centrale nelle nevrosi.
La ripetizione indica l’azione di un automatismo, di qualcosa che agisce in noi fuori controllo.

La coazione a ripetere

Spesso la ripetizione in campo sentimentale è l’effetto di un imprinting instauratosi molto presto, talvolta perfino con il primo innamoramento. Una relazione sbagliata che ci ha lasciato un desiderio insoddisfatto che ci fa agire in modo ripetitivo. Ho presente il caso di una donna che si era innamorata di un uomo che la voleva solo come amante da incontrare di nascosto. Per compensare il vuoto aveva sposato un uomo di cui non era innamorata. Risultato si sentiva vuota e cercava un vero amore. Così si era innamorata prima di un altro uomo, poi di un secondo, ma ogni volta il nuovo amore amore non produceva un progetto comune e non la liberava dal matrimonio: cosi ha continuato a cercare l’amore per molti anni. Ogni volta era convinta di averlo trovato mai non faceva che ripetere il vecchio comportamento sbagliato, coazione a ripetere. Questa ci fa compiere tanti piccoli errori che nel loro insieme ci portano allo stesso risultato.

Come possiamo accorgerci di questa nostra tendenza a ripeterci ed evitare di rifare le stesse strada già percorse ? Dobbiamo analizzare il nostro comportamento dall’esterno e se troviamo che ci stiamo continuamente ripetendo, dobbiamo cercarne le radici nel passato. Talvolta possiamo farlo noi stessi, altre volte ci e necessario l’aiuto di di uno psicologo molto bravo e onesto che ci segua nel nostro sforzo di spezzare i meccanismi che ci imprigionano.

Andare verso il nuovo

Quando ci accorgiamo che da un anno non facciamo niente di nuovo, che vediamo sempre le stesse persone, che facciamo le stesse attività, vediamo gli stessi spettacoli e ci sentiamo vuoti e insoddisfatti, allora significa che abbiamo ceduto alla passività. Dobbiamo entrare in allarme, ribellarci, chiedere a noi stessi un sforzo. Di solito abbiamo bisogno di uno stimolo esterno per andare oltre che nella ripetizione, ma se questo non c’e dovremmo essere così bravi di imprimere noi il primo movimento per rompere la coazione a ripetere e tornare mutevoli e mobili, cioè vivi. E poi iniziare a cambiare le abitudini facendo cose nuove, conoscendo persone nuove. La vita non tarderà a farci incontrare nuovi compagni.

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Cristina Cattaneo Beretta

Cristina Cattaneo Beretta (ha aggiunto il nome della mamma al suo) (email) Laureata in filosofia ed in psicologia a Pavia, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica, ha condotto studi sul linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico (Cristina Cattaneo Il pozzo e la luna ed Aracne). Studia le esperienze di rinnovamento creativo e i processi amorosi, approfondendo in particolare il tema della dipendenza affettiva. Ha pubblicato con Francesco Alberoni: L’universo amoroso (Milano, 2017 ed. Jouvence), Amore mi come sei cambiato (2019 Milano, ed. Piemme Mondadori), L'amore e il tempo (la nave di Teseo 2020), 1989-2019 Il rinnovamento del mondo (La nave di teseo, 2021)

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