Il movimento, qualsiasi movimento che ci presenta un progetto futuro deve sempre ricostruire la storia che ci ha portato a quel punto. Nel volume Movimento e istituzione ho descritto la struttura temporale entro cui viene compiuta la storicizzazione. Vi è una epoca originaria a cui segue una caduta che introduce al lungo periodo di storia asservita (preistoria ). A questo segue il risveglio (stato nascente), il progetto e il destino futuro.
Gli esempi sono innumerevoli. Nell’islamismo all’origine c’è l’epoca di Maometto e dei califfi ben guidati, poi l’epoca dell’asservimento occidentale con la secolarizzazione e la modernizzazione. Alla fine appare fino il risveglio islamista per esempio del Mahadi, di Al Queda, dei fratelli musulmani o del califfato di Al Baghdadi. Nel marxismo all’inizio abbiamo la società senza classi poi quella classista, infine vi il risveglio del proletariato seguito dal comunismo. Ogni movimento, perciò, rilegge e riscrive la storia. Nelle società illetterate come nel caso dei Culti del Cargo melanesiani viene rifatto il mito delle origini.
L’ultimo esempio di un grandioso movimento è quello dell’India, un paese che e stato unificato solo sotto l’imperatore Asoka nel 300 a.C. e poi tanto prima come dopo sempre diviso in stati più o meno grandi con lingue diverse. La seconda unificazione è avvenuta con l’invasione araba nel 1200 e la costituzione del sultanato di Dehli. In questo caso la lingua dominante era l’arabo parlato dai conquistatori La terza invasione è quella Timur Leng e che genera l’impero dei timuridi , Babur, Akhbar, Auranzeb con lingua turco mongola. La terza unificazione, infine, è quella inglese in cui la classe dominante parla inglese. Tanto in occidente come in India gli imperi arabi mongoli e inglesi erano considerati a tutti i titoli indiani, capitoli della storia dell’india. Nel 1923 Savarcar nel suo libro Hindutva sostenne la tesi che è sempre esistita una civilizzazione culturale indiana specifica entro cui vi sono le religioni nate in india come l’induismo, il buddismo, il jainismo, ma non l’islam o il cristianesimo. Perciò tutte tanto le formazioni politiche islamiche come quella inglese devono essere considerate occupazioni straniere. Anche Ghandi ha sbagliato perché ha respinto il dominio anglosassone ma ha accettato come parte essenziale dell’india la presenza musulmana. L’Hindutva perciò riscrive la storia ( storicizzazione) come seguirsi di tre periodi, il primo totalmente autonomo e autentico, il secondo caratterizzato dalle occupazioni e l’imposizione di una religione straniera; infine l’ultimo con la presa di coscienza, la liberazione e la riaffermazione della cultura originaria. Il processo di liberazione è avvenuto con la formazione di un grande movimento la RSS con una etica, una struttura territoriale, una divisa dei suoi militanti e perfino un inno.
La RSS nel 1980 ha consentito la creazione del BIP un partito che nel 2014 ha portato Nerendra Modi al potere. Il movimento è perciò un rovesciamento del modo di vedere il mondo e questo rovesciamento riguarda ad un tempo il passato e il futuro. È una reinterpretazione del passato, di ciò che e avvenuto, dei motivi che hanno condotto allo spiacevole presente quindi ci fa vedere cosa possiamo diventare e il modo per realizzarlo. Non dobbiamo confondere la storicizzazione di un movimento con la costruzione artificiosa di antenati o progenitori per giustificare il nostro stato presente. La storicizzazione non è una giustificazione, è una rivoluzione, un mutamento radicale di vedere e di sentire, una negazione della credenza attuale e una riscrittura di tutto il nostro passato. Essa, sul piano individuale, corrisponde a quando nell’innamoramento noi lasciamo i nostri precedenti amori e riscriviamo tutta la nostra vita come una serie di tentativi, di esplorazioni, di errori fino a quando non abbiamo i trovato il nostro definitivo e più profondo approdo affettivo. Ogni innamoramento ci mostra un futuro radioso e nello stesso tempo rielabora (storicizzazione) il passato come incompletezza o errore. È proprio la presenza della storicizzazione che ci autorizza definire l’innamoramento un movimento collettivo formato da due sole persone. In una infatuazione questa rielaborazione del passato non avviene. Il vero innamoramento vuol conoscere il passato dell’altra persona e nello stesso tempo riesamina criticamente il modo in cui abbiamo vissuto e ciò che abbiamo fatto. In sostanza riscrive la nostra storia. Nell’innamoramento reciproco le due storie si assomigliamo molto, in quello unilaterale divergono.