Il tempo è una risorsa preziosa, la risorsa più preziosa dell’uomo. Lo è sempre stata. Gli antichi scandivano in momenti molto netti il trascorrere del tempo con i riti di passaggio e pensavano che ci fosse un tempo per ogni età della vita e per ogni cosa. Il tempo era legato ai cicli sociali e come la vita aveva una forma, delle salite, delle discese, dei punti alti e bassi, dei compiti e dei doveri, dei ritmi e delle sospensioni.
Nella modernità prevale l’idea che il tempo possa essere manipolato, che abbia una maggior plasticità. Ci appare diverso: non pensi di poter fare le cose solo in determinati momenti e secondo regole prefissate, ma sei libero di farle quando vuoi, muovendoti nel tempo. Oggi puoi studiare in età adulta o innamorarti a sessant’anni o persino a settanta e solo allora sposarti e mettere su casa. Una donna può decidere di fare un figlio in età avanzata e lo fa alterando le leggi biologiche.
È chiaro allora che viviamo il tempo come una risorsa qualitativamente diversa. Puoi fare delle cose che prima erano impossibili in momenti che prima non erano neppure immaginabili. Il tempo ci appare una risorsa soggettiva legata alle nostre capacità e alle opportunità che sappiamo procurarci. Ma proprio per questo non tutti hanno la capacità di giocare col tempo, solo alcuni ci riescono. Due persone si sono innamorate a settant’anni: sentono di aver aspettato tutta la vita l’amore e ora è arrivato e sanno che il loro tempo è prezioso. Parlando del loro amore, ti dicono: “Ci è passata la voglia di morire". Vogliono gustare ogni attimo, ogni secondo. Vogliono il tempo continuo dello stare assieme. Vogliono goderselo.
Ma è una cosa facile? È una cosa per tutti? Forse, ma molti non riescono. Dipende molto dall’individuo, dalle sue risorse, dalla sua energia, dalla sua ambizione, dal suo orgoglio, dai suoi ideali, dalle sue paure. Dalla sua capacità di lottare, dalla sua forza di ricominciare ogni volta che cade. Sì, oggi è possibile plasmare il nostro tempo e spesso per farlo dobbiamo metterci in conflitto con il conformismo collettivo. Un tempo c’erano le regole, i divieti, le norme morali e sociali, le proibizioni, i cicli vitali della natura, e delle tradizioni. L’andamento ordinato della società. Oggi invece hai le ondate di conformismo collettivo, di consumo, di svago, forze comunicazionali che ti studiano, ti conoscono e poi ti indirizzano dove vogliono, di solito verso il consumo e il loro profitto. E allora ti devi ribellare, inventare, cambiare, andare dove gli altri non vanno e se diventi un innovatore sei osteggiato perché sei uscito dal gregge, dalla massa passiva, non ti devi arrendere mai.
C’è sempre un momento nella vita in cui ci accorgiamo di poter plasmare il nostro tempo affermandoci contro la passività, il conformismo, l’abitudine. Il sesso non è più una barriera, puoi farlo a dodici come a novant’anni. E puoi fare tanti mestieri nel corso della tua vita, basta che tu sia intraprendente e sappia afferrare al momento l’occasione. Puoi diventare un personaggio politico, puoi imparare nuove lingue, conoscere a fondo nuove civiltà, avere nuovi amori. Greta, che a 16 anni ha messo in moto mezzo mondo, si è attirata l’odio dell’altra metà. Ma indubbiamente ha forgiato il tempo. Tutti noi siamo chiamati a questo compito innovativo, a liberare il tempo. Ma questo ha un prezzo, richiede una smisurata energia e una caparbietà non comuni.