Dichiarazione d’amore

11 Maggio 2021



'}}
'}}

Amore, mi hai domandato: hai sentito la mia mancanza? Poi hai elencato tutte le cose e le persone che ho incontrato quel giorno e hai concluso che non devo aver sentito la tua mancanza. E io allora ti ho risposto: “Amore mio, tu non sai nulla di me, non puoi nemmeno immaginare cosa penso e provo. No, non mi sei mancata, mi è mancato l’Essere".

Quando tu entri dalla porta di questa casa, in quel preciso momento questa casa assume la consistenza dell’Essere, esiste veramente e io esisto, vivo, penso, amo, provo sentimenti.
A volte, sai, non è nemmeno necessario che tu entri dalla porta della casa, basta che mi chiami col citofono e io ti vedo allora sulla strada.
No, di più.
In certi momenti, dopo che ti ho aspettato a lungo, che ho aspettato una tua telefonata, un tuo messaggino, una faccina, un cuoricino, un segno che tu pensi a me, che comunichi con me, anche in questo caso io esisto, sono reale.
Prima io non sento la tua mancanza, diciamo che "sono" nella tua mancanza, sono in una modalità di esistenza incompleta.  In questo caso l’Essere non è reale, fondato, stabile, è come una vibrazione. Non è non fatto di cose, ma di vibrazioni.
Un mondo che nelle sue radici è solo evanescenza, assenza attesa, pura attesa sul vuoto. Sul nulla. Se in questa realtà entrano altre persone, compiti, cose da fare, non riescono a dargli consistenza di Essere. Le persone, le cose, le azioni che lo abitano sono ospiti del nulla e svaniscono con esso. Solo la tua presenza le rende reali.

Amore mio, le cose esistono solo se sono oggetto di interesse, di desiderio, di dolore o di piacere. Solo un'azione attiva del soggetto le porta in primo piano, dà loro consistenza.
Altrimenti diventano sfondo, incerte, diafane, semireali. Se in un quadro togli la figura più importante in primo piano, resta qualcosa di smunto, di evanescente di incompleto.

Ma il mondo visivo se ci dà il senso del fievole, non ci dà però il senso angoscioso del vuoto dell’assenza dello svanire, del nulla.
Ecco io sono nel mio soggiorno, mi piace, accanto a me sei seduta tu. Non parliamo, non ho neanche voglia di parlare, semplicemente ci sei.

Ma se non ci fossi, se fossi andata via, che cosa vedrei io? Quanto vedo ora? No, nel modo più assoluto. Tutto questo che vedo ora non mi interesserebbe, camminerei teso, angosciato, guardando e non vedendo, assorbito dall’assenza.

Sentirei solo una mancanza angosciosa e il resto mi sembrerebbe come se fosse tutto sott’acqua, tutto sommerso, vibrazione liquida con l’aria e la luce, che arrivano dall’alto quindi, diafane, incerte, fredde e ostili.
L’amore è come la luce che illumina e rende visibili e desiderabili gli oggetti.

È come il Re Sole attorno a cui si compone la corte di Versailles e se lui non ci fosse questa diventerebbe un insieme caotico insensato. La presenza dell’amore dà il senso al tutto, senza di esso le singole parti si dividono, si frantumano, vagano svaniscono, ogni cosa perde di significato.
Non è la logica ma è la persona amata che ricompone il mondo, gli dà un senso, una prospettiva, un valore una meta, un fondamento.

Condividi questo articolo

'}}

Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

ARTICOLO PRECEDENTEPROSSIMO ARTICOLO
Back to Top
×