Scrivere, leggere, ascoltare, discutere. Utilizziamo questi verbi regolarmente, ma ci sentiamo spesso circondati dall'indifferenza e distrazione dei più. Poi, andando al Festivaletteratura 2023 di Mantova, nel mese di settembre, insieme ad una assidua frequentratrice dello stesso (Isa Medola, con la quale poi ho scritto l'articolo) scopriamo che gli amanti della letteratura sono molti, più numerosi di quelli che pensavamo. Ci siamo rapidamente sistemati per l'alloggio, e subito inoltrati per vicoli e piazze. Sostando ai tavolini dello storico caffé Caravatti, abbiamo percepito la calda atmosfera di un fermento sociale. Per ogni dove girava vorticosa una eterogenea moltitudine di persone. Erano tutte in festa in cerca di letteratura. Era gente come noi che voleva, ascoltarla, leggerla, discuterla e poi scriverne (certamente prendendo appunti o forse scrivendo resoconti come questo). Sorseggiando un caffé e gustando un po' di torta delle rose (ghiotta specialità del luogo) pensavamo già a come raccontare l'esperienza che ci apprestavamo a vivere.
Sono passati oltre due mesi dall'edizione 2023...e ci chiedevamo se Mantova, grazie alla letteratura fosse diventata una meta turistica di interesse o vi fosse stata un'idea per rilanciare la città come meta turistica.
Sul finire del XX° secolo, Mantova la visitavano in pochi, nonostante i suoi stupendi monumenti. Il suo periodo d'oro era trascorso da tempo. I Gonzaga erano ormai nei libri di storia ed altre città italiane avevano preso il palcoscenico del turismo lasciando Mantova nel retropalco. Poi un'idea era emersa, un'idea nuova grazie a un funzionario regionale che era stato mandato in Inghilterra con un progetto della Regione a osservare un festival e fare domande. Era tornato in Italia con in testa l'idea e con nel cuore l'emozione, di portare un festival in una città lombarda. Le istituzioni pubbliche (Regione Lombardia e amministrazione di Mantova) si erano accorte che c'erano meraviglie lombarde “altre”, non solo Milano che dovevano essere ritrovate e promosse. Meraviglie dimenticate da far riemergere all'attenzione.
Ma ora veniva loro presentata una nuova idea, quella di legare il nome e la città di Mantova ad una festa. Non una qualunque, ma un festival dove si celebrava la cultura, e più precisamente, la letteratura. Un tema insolito, allora, i libri e la letteratura, ma un contesto propizio, una città calma, magnifica e accogliente. Un centro urbano con una popolazione orgogliosa custode del retaggio culturale del Rinascimento delle arti e della cultura, della Mantova dei Gonzaga.
Nell'estate del 1997 era scoccata la prima ora del festival. La decisione di realizzarlo era nata in piazza, letteralmente durante un'assemblea, con un incontro che ha davvero del virtuoso e dello “stato nascente”, fra volontà del servizio pubblico (in particolare di suoi illuminati componenti) ed entusiasmo della comunità locale (semplici cittadini, amministratori pubblici e imprenditori).
Ma ritornando all'ultima edizione, sarebbe troppo lungo descrivervi tutti gli eventi cui abbiamo preso parte. Ne voglio citare solo alcuni rappresentativi. Nessun evento è stato semplicemente la presentazione di un libro. Ogni incontro è stato un' interazione fra lettori e autori in un piacevole scambio di ruoli nel quale lo stesso autore finisce per intervistare e porre domande ai lettori.
Abbiamo discusso in un giardino all'ombra degli alberi, attorno al tema delle migrazioni umane, con Francesca Rigotti, filosofa. Abbiamo lavorato in gruppi di lettori, guidati dall'autrice Elvira Mujic, sulle parole “confine e soglia”, confrontando e scrivendo le nostre visioni personali, i nostri bias.
Abbiamo ascoltato le parole di Telmo Pievani sulla serendipità e ne abbiamo parlato come in un cenacolo di amici.
Abbiamo esplorato parole e suoni, ascoltando la musica de Le stagioni di Ciajkovski e le parole dello storico medievalista Alessandri Vanoli, per raccontare le vicende umane legate al mare nostrum, il Mediterraneo.
Abbiamo incontrato nuovi linguaggi letterari nei graphic novel o silent books dedicati ai temi delle minacce alla democrazia ed al fenomeno delle migrazioni.
Abbiamo partecipato ad un'escape room, guidati dalla suadente voce della Ludmilla uscita dalle pagine di “se una notte d'inverno un viaggiatore”.
Alla fine abbiamo riposato.
L'esperienza vissuta, nella quiete della sera che avanza verso la notte, ci ha spinto a interrogarci meglio sulla genesi di questo Festivaletteratura. Farlo a bocce ferme, in un momento in cui è completamente terminata l'edizione precedente e nessuno pensa ancora alla nuova. Così è nata l'idea di intervistare coloro che avevano creato l'evento e stanno lavorando all'edizione 2024. Un festival che è stato il primo nel suo genere ed ha aperto la pista ad altri festival (ad es. Festival della Filosofia, Pordenone Legge). é stato dopo Mantova che si è scoperto che alla gente interessa la letteratura, la filosofia, la scienza, la storia. Nessuno lo immaginava.
Per l'intervista è bastata una mail ed una breve telefonata. Ecco qui l'intervista completa.
La guida che mi ha portato a fare l'intervista, era fare domande e ascoltare. Domande semplici: “Come nasce l'idea del festival ? E cosa spinge tanta gente ogni anno, a prendervi parte?”
E tra gli aneddoti che m hanno raccontato c'è che un festival nato con l'idea in fondo di fare poco più di un'iniziativa turistica esplose un giorno muovendo l'interesse del grande pubblico grazie all'arrivo di Salman Rushdie.
E ho pensato che forse questo festival interessa tanto alla persone perché, come intuì Eugenio Scalfari, propone i temi “che piacciono ai creatori” e che scaturiscono dalla loro capacità di ricercarne di nuovi ogni anno.
Alla fine dell'articolo propongo il collegamento all'intervista integrale. Le voci che potrete ascoltare nell'audio inserito in infondo, sono in ordine di apparizione, quelle di Matteo Ponti (intervistatore), Paolo Polettini (ideatore del festival, Bio nel Link), Isa Medola -collaboratrice e intervistatrice- e Salvatore Satta (Bio nel link).
Alcune tematiche anticipate in questo articolo, troveranno maggiore ricchezza esplicativa, dalle voci di chi il Festivaletteratura lo crea.
Buon Ascolto dagli autori Matteo Ponti & Isa Medola