Il Cardinale che fece pace con l’Europa dell’Est

27 Luglio 2022



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L’Eurasia, di nuovo spaccata in due, riporta indietro l’orologio della storia a prima del novembre 1989, data del crollo del muro di Berlino. In aggiunta, dopo gli anni delle guerre nei Balcani, è tornato il sangue in Europa.

La Cortina di Ferro divideva, non solo simbolicamente, l'Europa tra nazioni di influenza americana e nazioni di influenza sovietica (russa). Due mondi si fronteggiavano, armati fino ai denti, e si tiravano colpi bassi, era tutto un pullulare di spie, di omicidi. Nella parte sovietica anche i religiosi cattolici erano avversati dal laicissimo stato comunista, non di rado erano perseguitati o impediti nelle loro funzioni, qualche volta addirittura uccisi. Occidente e mondo sovietico erano nemici. Nemici mortali.

Casaroli e il ruolo del "Vaticano" per il dialogo

In questa situazione il "Vaticano" aveva diverse possibilità di azione. Poteva condannare in toto lo stato sovietico, dichiarare guerra, tagliare ogni tipo di rapporto diplomatico, anche lieve. In certi periodi lo scontro tra i due poteri fu grande, ci furono scomuniche, prese di posizioni forti. Tuttavia, da parte della Chiesa, ci furono uomini che in silenzio e con infinita pazienza, tesserono una tela fragile ma continua con il mondo "oltre cortina".

Uno di questi fu il Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato del Vaticano dal 1979 al 1990 ma attivo come diplomatico della Chiesa già dagli anni cinquanta. E’ famoso nei libri di storia per la cosiddetta Ostpolitik ovvero la politica nei confronti dell’Est europeo. Fu il Papa Buono negli anni sessanta ad intuire le sue doti di conciliatore e indirizzarlo verso i difficili rapporti con l’Europa dell’Est e in particolare con la Russia.

Alcune volte viaggiò in incognito, con una cravatta che aveva alla fine imparato a farsi da solo, parlava con i colleghi religiosi nei bagni pubblici facendo scorrere l’acqua, ha corso diversi pericoli.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, con l’appoggio, via via dei suoi illuminati Pontefici quali Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, incontrò tantissimi uomini politici sovietici e dei paesi allineati con Mosca. La diffidenza iniziale si risolveva nella maggior parte dei casi con un miglioramento dei rapporti e spesso anche delle condizioni di vita dei cattolici in quelle terre.

Molti osteggiarono l’Ostpolitik e Casaroli, accusarono la Chiesa di essere collusa con dittatori, assassini, di tacere sui crimini subiti dai cristiani e non solo, dalle popolazioni oppresse dal regime sovietico. Di essere opportunisti. Di sacrificare la fede al pragmatismo politico. Di questo Casaroli soffrì molto e ne scrisse nel suo libro-testamento “Il martirio della pazienza” (Einaudi, 2000).

La Ostpolitik ed i suoi risultati

I frutti si videro già negli anni settanta: il Cardinale Casaroli fu tra i silenziosi artefici della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa svoltasi a  Helsinki nel luglio e agosto del 1975. La dichiarazione venne firmata da trentacinque stati, tra cui gli USA, l'URSS, il Canada e tutti gli stati europei tranne Albania Andorra, e costituì un tentativo di miglioramento delle relazioni tra il blocco comunista e l'occidente.

Il Cardinale Agostino Casaroli, nel frattempo nominato Segretario di Stato della Santa Sede da Papa Giovanni Paolo II,  riuscì ad incontrare al Cremlino, il 13 luglio 1988, il presidente russo Michail Gorbaciov. Fu l’inizio della fine definitiva dell’allora -guerra fredda-. La cordialità emiliana del Cardinale (originario di Piacenza) riuscì a far breccia nel premier sovietico che poco tempo dopo si recò in Vaticano nella celebre visita a Papa Wojtyla con la moglie Raissa.

Casaroli firmò per conto del Vaticano trattati su trattati con i singoli paesi comunisti, viaggiò moltissimo, pur essendo da giovane di struttura gracile, tessé la pace.

Lo stile comunicativo di Casaroli come prassi dialogica

Padre Lino Ferrari, rettore del Seminario di Bedonia, dove il prelato studiò nell’adolescenza, spiega l’attitudine del Cardinale, dotato anche di uno humor inglese molto apprezzato, a cercare di capire ogni posizione morale, politica, sociale. Non di giustificarla, di capirla. E da qui partiva per trovare ciò che secondo lui, c’era di buono in ogni essere umano, in ogni sistema, in ogni aspetto del reale.

Papa Francesco, nel suo atteggiamento conciliatorio durante i mesi di guerra russo ucraina, cita spesso il Cardinale Casaroli e la sua Ostpolitik. Un grande uomo dimenticato troppo velocemente come succede in questi tempi troppo schiacciati sul presente. La sua tela preziosissima sarebbe utile anche ora.

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Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico, caporedattrice (email), laureata in Scienze Politiche a indirizzo politico internazionale presso l’Università di Pavia, è studiosa di geopolitica e di cambiamenti nella società. Collabora come sceneggiatrice con una casa cinematografica di Roma, è regista di documentari e scrive testi per il teatro. Una sua pièce: “Amaldi l’Italiano” è stata rappresentata al Globe del CERN di Ginevra, con l’introduzione di Fabiola Gianotti. Scrittrice e poetessa, è direttrice di una collana editoriale di poesia e giurata di premi letterari internazionali. Il suo ultimo romanzo è “La fidanzata d’America” ( Castelvecchi, 2020).

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