L’innamoramento era una rivoluzione. Oggi non più

2 Maggio 2021



L’innamoramento era una rivoluzione. Oggi non più
L’innamoramento era una rivoluzione. Oggi non più

Questo è un periodo in cui viene diminuita o negata l’importanza delle esperienze sublimi e mistiche dell’innamoramento per lasciare il posto a tutto ciò che è più sicuro e concreto: vantaggio, benessere, accordo, negoziato, contratto. In definitiva, utilità e calcolo razionale. Se una ragazza di 18 anni ti dice che non vuole né fidanzarsi né sposarsi, perché non vuole precludersi – per il futuro – altre esperienze amorose o professionali, è perché non crede che si possa ottenere nel presente ciò che vale più di ogni possibile altra cosa, di ogni possibile altra esperienza. Essa vede tutta la sua vita come un lungo viaggio attraverso tante città, tanti luoghi turistici e non vuole fermarsi nel primo visitato.

Questo significa che non pensa che un uomo possa valere più di tutti gli altri. Siamo di fronte a una consapevolezza razionale, a un calcolo economico per avere la quantità maggiore possibile di prodotti pregiati. Confrontiamo questo ragionamento razionale con l’esperienza ingenua dell’innamorata pazza, che crede veramente che quel ragazzo appena conosciuto sia il massimo raggiungibile per cui merita tutto, per cui rinuncia a ogni altro possibile successo e piacere che può donarle la vita.

Questa innamorata non vede la sua esistenza come un viaggio, ma come l’arrivo nel castello incantato dove vuole vivere per sempre provando ciò che prova ora. Con la mente astratta sa che l’amore può finire, che ci sarà un dopo, ma non le interessa. Vuole solo il luminoso presente dell'innamoramento perché le appare perfetto e tutto il resto invece vuoto, arido, spento. Un'illusione, certo, che però ricompare ancora di quando in quando e che in realtà si affaccia in ogni innamoramento anche se subentrano ragionamenti razionali che la frenano, rendono prudenti, fanno tener conto della realtà e dei suoi pericoli.

Per millenni il matrimonio è stato una transazione fra famiglie, clan, tribù. Ce lo ha mostrato in modo ammirevole Claude Levy Strauss. Lo scambio di donne fra clan o tribù assicura la circolazione della vita e del benessere, la demografia e l’economia ma anche c’è esperienza emotiva, perché uomini e donne sono avviati su sentieri prefissati non conflittuali e rassicuranti. In questi rapporti il sacro, il divino, era assicurato dai riti di iniziazione, dalle cerimonie propiziatorie e dalla presenza discontinua dello sciamano. Nel mondo islamico dalla sharia e nel cristianesimo dai sacramenti.

Ma quando, col capitalismo, il crescere dei commerci, delle innovazioni tecnologiche la ricchezza è diventata mutevole e la mobilità sociale più elevata hanno incominciati a farsi strada modalità di scelta coniugale più ristrette, private, fino ad affidarsi alla scelta personale dei due potenziali innamorati. Ed ecco l’epoca dell’amore romantico come base per la coppia e la famiglia. Questa modalità ha dovuto farsi strada contro lo schema precedente e si è presentata come eversiva. Essa è una rivolta, una rivoluzione contro la società. È  questo il momento dell’amore romantico, dove i due amanti trovano la forza per creare una società alternativa e per farlo devono sprigionare un'energia straordinaria, che consente loro una “uscita da mondo” e, da qui, una rinascita e una rifondazione dell’ordine morale (novus ordo saeculorum), cioè ciò che noi abbiamo descritto più volte come stato nascente.

Questo schema storico incomincia col dominio della tradizione, poi nasce insofferenza, indebolimento dei controlli, scelte amorose ed erotiche, queste vengono osteggiate, condannate e si produce la rivolta, lo stato nascente, la creazione di un nucleo rivoluzionario formato da due sole persone che vuole un mondo nuovo, che dà una nuova base sacra indubitabile all’unione, sia essa convivenza o matrimonio. Ma ciò che nasce da una rivoluzione che abbatte l’ordine precedente e instaura una nuova legge è solo in essa che ha il suo fondamento. Solo nell’esperienza del suo nascere e del suo imporsi nell' “uscita dal mondo”. Un fuoco in cui c’è l’esperienza del contatto con la trascendenza il destino e la felicità assoluta. Ma questa esperienza che vive come unica e irripetibile, superiore a ogni altra merita di giocarci la vita. Il rivoluzionario è pronto a morire; come dice una canzone messicana “ levando siempre a la espalda la muerte por compañera.

E così gli innamorati nella loro fase rivoluzionaria sono pronti a sacrificare tutto. Essi non possono nemmeno pensare che l'innamoramento sia la tappa di un viaggio turistico in cui avranno cento altre occasioni di amore, di sesso, di carriera, di ricchezza e perciò è assurdo che si fermino a questo primo appuntamento  per poi sposarsi e trovarsi in un appartamentino stanchi, soli e annoiati.

Con la trasformazione dell'economia e dell'organizzazione del lavoro, in cui le donne lavorano in modo paritario, maschi e femmine posso incontrarsi e amarsi liberamente, non hanno bisogno di fare una rivoluzione e quindi il fuoco rivoluzionario e visionario diminuisce o scompare. In parallelo svaniscono gli ostacoli istituzionali e famigliari e aumentano quelli economici, lavorativi e di classe sociale in un'epoca in  cui crescono le possibilità e i cambiamenti e dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri più poveri.

Nel libro Innamoramento e amore ho descritto l’amore rivoluzionario, come movimento collettivo formato da due sole persone che si realizza nello stato nascente, in cui i due innamorati intravedono un altro mondo, un altro modo di essere e hanno esperienze straordinarie. Ci possono essere anche altre esperienze straordinarie, soprattutto sessuali, che però non costituiscono una rivoluzione e una sovversione dell’ordine esistente e a un certo punto svaniscono. Le ho chiamate infatuazioni.

Ma oggi le istituzioni sono crollate e l’innamoramento che nell’attaccarle pretendeva di sostituirle non c’è riuscito. Oggi diventa un'esperienza molto intensa, poco più di un'infatuazione, ma senza forza ricostruttiva. Ed ecco che allora viene vissuto come una esperienza fra le altre, per cui non vale la pena di fermarsi al primo amore, ma aspettare altre occasioni. E in certi casi tenere in sospeso la scelta fra diverse alternative. In parallelo, l'esperienza amorosa di uscita dal mondo diventa debole perché non è in gioco nulla di essenziale, il destino, la vita. E diventano così importanti tutte le considerazioni pratiche, fattuali, il lavoro, la carriera, la sicurezza, i contratti, i patti.

L’amore ritorna così a poco a poco a una transazione vitale ed economica come alle origini. Solo che a negoziarla non sono più le tribù, i clan e le famiglie, ma i singoli individui, in quanto imprese personali  con l’assistenza di esperti: psicologi, ragionieri, avvocati.

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Francesco Alberoni

Laureato in medicina, ordinario di Sociologia a Milano. Ha studiato il divismo L’elite senza potere (1963) ed è stato il fondatore della sociologia dei consumi in Europa: Consumi e società (1964). È il maggior studioso dei movimenti collettivi Movimento e istituzione (1977) e Genesi (1989), è il pioniere degli studi sull’amore: Innamoramento e amore (1979) tradotto in trenta lingue, un tema che ha continuato ad approfondire con L’amicizia (1984) l’Erotismo 1986) Ti amo (1996) Sesso e amore (2006) L’arte di amare (2012) Amore e amori (Edizioni Leima, Palermo, 2016). Con Cristina Cattaneo ha pubblicato L'universo amoroso (2017), Amore mio come sei cambiato (2019) e L'amore e il tempo (2020), Il rinnovamento del mondo. E' mancato il 14 agosto 2023.

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