L’Unione Europea è nata come tentativo, sogno, di fare uno stato nazione, di trasformare tanti stati nazione separati, ostili o addirittura in guerra tra di loro, in un unico stato con un parlamento, un governo centrale che facesse leggi valide per tutti. Uno stato come erano la Francia, la Germania. Ma questo progetto urtava contro una grande difficoltà, che gli stati europei erano il prodotto finale di una lunga evoluzione, di un lungo vivere insieme, di un avere la stessa lingua e per molto tempo anche un governo unitario. Il re di Francia governava tutta la Francia, il re di Inghilterra tutta l’Inghilterra anche prima dell’epoca moderna.
Quindi nel concepire l’Unione Europea si trattava di unire insieme strutture politiche, culturali, religiose, linguistiche estremamente diverse, e bisognava prendere una decisione preliminare.
Non potendo costruire uno stato fondato sulla tradizione europea, che modello prendere? Ve ne erano diversi a disposizione di tutti: l’impero Romano, ma anche l’impero Persiano e persino l’impero Ottomano, il Califfato. In un impero c’era un potere centrale che stabiliva le leggi e imponeva i suoi ordini e guai a chi non li rispettava. Ma si guardava bene dal modificare la lingua, i costumi, la religione dei popoli che ne facevano parte. Al di sotto del governo di alcuni settori tutti continuavano col loro nome, con la loro lingua, col proprio stato, con le proprie religioni e tradizioni. L’unica volta in cui i romani hanno cercato di modificare il comportamento religioso degli ebrei sono andati incontro a due spaventose guerre. La prima e la seconda guerra ebraica.
Persino i sovietici quando hanno conquistato il potere dello stato zarista non hanno fatto una nazione unica, ma la repubblica socialista dei Soviet in cui i musulmani conservavano la loro religione, la loro lingua, le loro tradizioni. Quindi la soluzione a portata di mano era di creare uno stato federale in cui i cittadini dei singoli stati si sentivano liberi di continuare con le loro leggi i loro costumi, le loro tradizioni. Invece, al contrario, ha prevalso, dall’alto, l’idea di origine illuminista che per fare la nazione i sudditi dovessero uniformarsi agli stessi valori, ideologie, desideri, costumi, cioè dovessero diventare omogenei. Cioè uguali tutti simili l’uno all’altro come dei soldatini ed allora lo sforzo per fare l’Europa è stato quello di trasformare gli europei per renderli adatti a fare una comunità di uguali che la pensa allo stesso modo.
Ecco perché al posto di un Parlamento e un Senato che esprimono un esecutivo con poteri molto limitati, hanno messo in moto una macchina burocratica infernale per rendere uguali i costumi e la mentalità dei cittadini. Poiché in un sistema politico federale ci possono essere centinaia di differenze o le tolleri tutte o alcune le fai prevalere sulle altre. Ed è così che dalla commissione europea ci viene indicato persino quali parole si possono usare.
Ed hanno giustificato questa volontà di annientare le culture locali le loro identità e storia sostenendo che andavano modificate leggi e linguaggio per non offendere irritare alcune comunità e categorie.
Chi fa questo è un piccolo gruppo di politici burocrati con una mentalità totalitaria.
Sullo stesso tema vedi l'articolo di Luigi Vellone La torre di Babele di oggi
Come uscire dalla crisi della mondializzazione: una soluzione federale