Passata la Festa gabbato lo Santo

17 Ottobre 2022



Passata la Festa gabbato lo Santo
Calendario Romano

C’era una volta il calendario con i Santi.  Qualcuno sopravvive ancora, per gli anziani e i nostalgici.

Nella casella dedicata al giorno spiccava l’indicazione apposita. C’erano i Santi più celebrati, quelli per cui era prevista anche una giornata di riposo dal lavoro, come Santo Stefano o San Giuseppe (festa abolita nel 1977), quelli più soggetti a devozione, come San Francesco, Sant’Antonio (addirittura due santi omonimi si contendevano la palma del più venerato, quello da Padova e quello Abate), Santa Chiara, Santa Caterina,  San Pietro e Paolo, che coabitavano nello stesso giorno: il 29 giugno.

Nei calendari più belli e decorati era presente anche l’indicazione del patronato del Santo. Celebre quello di Santa Barbara patrona dei pompieri, di San Michele Arcangelo patrono della Polizia, e così via. Senza contare i patroni di città, nazioni, continenti, come San Gennaro, San Patrizio, San Benedetto. Tutti i giorni, poi, era l'onomastico di qualcuno, persino di chi aveva nomi insoliti, tipo Opilio o Secondo. C'era il rituale di quello che qualcuno chiamava il "piccolo compleanno", con doni e piccoli festeggiamenti. Per chi aveva nomi che non rientravano tra quelli del Calendario c'era il giorno cumulativo di Ognissanti.

I contadini regolavano i cicli stagionali dei campi con proverbi legati a uno o all'altro santo. "A San Simone (28 ottobre) il ventaglio si ripone; a Ognissanti, manicotto e guanti", “Per San Benedetto, la rondine sotto il tetto.”

Spesso nei calendari c'erano anche molte immagini legati ai frutti della terra, ai nomi dei mesi, ai segni dello zodiaco.  Ricordiamo tutti il grande successo dell'Almanacco del Giorno Dopo, prima del telegiornale, negli anni settanta e ottanta, a testimonianza dell'attaccamento italiano alle usanze sacre e pagane.

Ora questa tradizione, come tante, sta sparendo velocemente nel modo globalizzato, inghiottita dal laicismo, dalla concorrenza di altre religioni, accanto a quella cattolica, dall'insofferenza per le tradizioni. Insomma stiamo cancellando anche i Santi dal calendario. Sempre che possiamo ancora contare su un arcaico calendario cartaceo, dato che tutti o quasi abbiamo un'applicazione sul telefonino o sul computer che ci  "segna" tutti i giorni fino all'anno 3000, come minimo.

Sopravvive tuttavia nel DNA occidentale, dove si è sviluppata la civiltà cattolica, il bisogno di dedicare le giornate a qualcosa o a qualcuno, di dare un senso o un significato al giorno, concetto tipicamente cristiano. Ecco così che la nuova religione dominante, ovvero il Consumismo, si è appropriato astutamente di questa antico desiderio.

Ogni giorno – e lo sanno in particolar modo i frequentatori di Google – è la "Giornata di Qualcosa".

Solo per citare il mese di Ottobre il Primo giorno è "La Giornata Mondiale del Caffè" (International Coffee Day) a cui si affianca in Italia il 26 marzo "La Giornata Nazionale dell'Espresso Italiano".  In tutto il mondo sono previste degustazioni e banchetti con tour multisensoriali e ovviamente un indotto economico non da poco.

Il 22 maggio, Santa Rita, un tempo celebratissima (si benedicevano rose e mezzi di trasporto) è "La Giornata Mondiale della Biodiversità", il 19  marzo, San Giuseppe (festa del papà solo nei paesi cattolici) è "La Giornata Mondiale dell’Acqua",  il 24  giugno. San Giovanni, antica gioiosa festa dell’equinozio, portatrice di residui e affascinanti riti pagani legati alla terra, è diventata un’incomprensibile "Giornata Internazionale delle Donne nella Diplomazia".

L’Organizzazione delle Nazioni Unite è la maggior promotrice di queste giornate, che, in teoria, hanno lodevoli propositi di sensibilizzazione. Ai paesi di cultura antica e i cui abitanti di mezz’età sono ancora intrisi di tradizioni care e familiari suona tutto un po’ plastificato, sa di politicamente corretto, di campagne standard di educazione forzata .

A volte le giornate sono indette sull’onda di ideologie di moda, a volte sono giornate realmente sentite  come la Giornata della Memoria o quella Contro la Violenza sulle Donne.

Troppe volte sembrano scelte a caso nell'ambito delle infinite cause che si possono perseguire.

Come le feste religiose, anche queste Giornate sono quasi esclusivamente festeggiate in Occidente, soprattutto quelle legate alle ideologie dominanti.  Mancando i calendari cartacei a ricordarle, in genere ci pensa la rete.

Ne esiste praticamente una per ogni giorno, giusto per non fare troppi “buchi”; allo stato attuale solo quelle "benedette" dalle Nazioni Unite sono circa centosessanta, in costante aumento.

Tra quelle che riguardano gli animali, che non potranno mai essere tutti rappresentati dato l'innumerevole numero delle specie e i soli trecentosessantacinque giorni dell'anno, c'è anche lo storico derby tra gli animali da compagnia:  la giornata del gatto è il 17 febbraio, quella del  cane è il 21 luglio.

A differenza delle festività  antiche, molte delle quali nascevano “dal basso”, spesso nate da tradizioni pagane poi assorbite nel cristianesimo dedicandole a un santo patrono, le talvolta pompose "Giornate Internazionali del Chicchessia", sono calate dall’alto, frutto di decisioni burocratiche;  molte, tra l'altro, sono indette su suggerimento delle più note ONG, a scopo di tutelare ambiente, minoranze, natura, ecc ecc.

Politicamente correttissimo, d'altronde l'epoca esalta questo tipo di iniziative, ma la partecipazione delle persone, per ora, è quasi esclusivamente social, salvo un paio di eccezioni, di cui si è già scritto.

Accade così che alla mattina, su Google, assieme alla colazione, appare la notizia gioiosa che è la "Giornata Mondiale del Leopardo delle Nevi (23 ottobre)",  molti cercano la foto su internet e la postano sul loro social preferito, dimostrando così di essere persone informate e à la page. Il primo novembre, giorno di Ognissanti, oltre a esser diventato un altro Carnevale (con sfumature horror) di origine angloamericana, è ora "La Giornata Mondiale Vegan".

Non escludo che tra poco si istituisca "La Giornata mondiale delle Giornate Mondiali".

Purtroppo, passata la giornata social di "festeggiamento" della causa sponsorizzata, si passa a quella seguente, dimenticando i propri buoni propositi a riguardo.

Così non scomparirà del tutto, perlomeno nella sostanza, il detto popolare “passata la festa gabbato lo santo”.

 

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Giusy Cafari Panico

Giusy Cafari Panico, caporedattrice (email), laureata in Scienze Politiche a indirizzo politico internazionale presso l’Università di Pavia, è studiosa di geopolitica e di cambiamenti nella società. Collabora come sceneggiatrice con una casa cinematografica di Roma, è regista di documentari e scrive testi per il teatro. Una sua pièce: “Amaldi l’Italiano” è stata rappresentata al Globe del CERN di Ginevra, con l’introduzione di Fabiola Gianotti. Scrittrice e poetessa, è direttrice di una collana editoriale di poesia e giurata di premi letterari internazionali. Il suo ultimo romanzo è “La fidanzata d’America” ( Castelvecchi, 2020).

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