Sempre nuove esperienze

6 Gennaio 2020



'}}
'}}

Segmenti esperienziali: il tempo è segmentato in sempre nuove esperienze.
C’è sempre un prima, un dopo, un inizio, una fine. Noi ci muoviamo nelle relazioni (tra due estremi: inizio e fine) su segmenti di rette dette “infinito”.
Un modo semplificato, per capire come possono concretamente funzionare le esperienze relazionali, è quello di osservare i segmenti in geometria. Possiamo usarli come metafora della scansione del tempo ma anche dei rapporti interpersonali.
Immaginiamoci una fitta rete di segmenti colorati che a migliaia si incontrano. Immaginiamoci il rumore che questi incontri generano, battiti di cuori, palpiti, sospiri, affanni.
Avere una visione grafica o immaginifica delle situazioni, può aiutare a osservarle meglio e a meglio comprenderle.

Esattamente come in geometria, i segmenti esperienziali possono essere consecutivi, congruenti, coincidenti, esterni, incidenti.

Sono consecutivi quando hanno un estremo in comune.
Può essere il caso delle relazioni che hanno genesi da una condivisione di intenti, che partono da un’idea comune e poi immediatamente si perdono, perché ci si orienta altrove, si va in direzioni opposte perché cambia la visione progettuale, o la visione d’insieme, o è necessario un allontanamento.
Questo esempio è importante per capire e accettare che non tutto quello che ha un comune inizio necessariamente proseguirà sulla stessa retta.

Sono congruenti quelli che dall’inizio alla fine coincidono, punto per punto; se sovrapposti aderiscono perfettamente come due corpi che si penetrano, due anime che si riconoscono e vivono un’esperienza assoluta, coincidono nell’incontro perfetto, per come si dice: accadono contemporaneamente.

Sono esterni quelli che non hanno nell’immediato alcun punto in comune, (non un inizio, non una fine) non si toccano, non si incrociano, non vivono alcun punto di condivisione nel presente. Sono al momento distanti, estranei. Ma proseguendo su rette non parallele o prima o poi all’infinito si possono incontrare.

Questo significa che nella vita ci sono delle riserve di possibilità, la vita è costellata di infinite occasioni.

Due segmenti incidenti invece hanno un solo punto in comune, detto appunto d’incidenza, è un istante che accade, sopravviene ma non è né l’inizio né la fine, non è dunque estremo, definitivo; potrebbe essere la facile metafora di una relazione fugace, di un’avventura mordi e fuggi ma anche la metafora di un istante che può cambiare la visione della vita. Un’illuminazione, un’idea geniale. L’attimo in cui tutto si svela.

Concludo questa minore ma poetica investigazione delle relazioni, osservando che può bastare un punto, un solo punto, per cambiarci la vita.
Bisogna avere del talento per localizzarlo. Ma ancora di più dobbiamo prendere atto che tra inizio e fine, passato e futuro, c’è una continuità di punti che si chiama “presente” in cui sembra che nulla accada e per questo ci dimentichiamo di osservarlo e, peggio ancora, di viverlo.

Condividi questo articolo

'}}

Luisella Pescatori

È direttore artistico e della didattica di Atelier la sua agenzia letteraria di Milano. Si occupa di editoria, di comunicazione e di rappresentanza di autori. Professionalmente si forma in Teatro, recitando in diverse compagnie di giro, in spot pubblicitari, in produzioni cine-televisive. Il Teatro è oggi uno dei plus delle sue docenze, esclusivamente individuali, di scrittura creativa. Ha lavorato per diversi anni in un’importante web agency milanese. È coautrice de “La profezia delle triglie” testo adottato come materia di studio al corso “Sociologia della devianza” Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università della Calabria. Scrive su Huffpost.

Back to Top
×