Vivere un tempo non lineare

8 Maggio 2023



Vivere un tempo non lineare
Vivere un tempo non lineare

La vita, un percorso lineare dal passato al futuro, passando per il presente. Talvolta sembra di percepire una coerenza assoluta fra questi tre tempi. L'uno scorre nell'altro, per necessità, per sorte. Scorre anche quando sembra divergere da un cammino già percorso con la mente (con le aspettative future che sembrava presagire) e improvvisamente ti trovi dislocato altrove. Se cambi nazione ad esempio, cambiano simultaneamente i luoghi della tua vita ed i tempi nei quali si dipana. Tutto si modifica; la situazione economica personale (ancora non è chiaro il costo di questa nuova vita). Nel caso di cui voglio scrivere, non si parla di una migrazione all'estero. Si dice di una migrazione temporale e spaziale, restando dove si è già da tempo. Anche questo tipo di dislocazione impone la ricerca di nuovi modi di nutrirti, nuove persone con le quali condividere tempo e interessi, nuovi indumenti. Non è sufficiente immaginarsi (fare immagine, fotografia/icona, modello di riferimento) dentro questa dislocazione/straniamento a vivere, mangiare, lavorare, svagarsi. Ci sono da considerare le ripercussioni emotive.

Mi sono dislocato dentro nuovi tempi e spazi che questi tempi mi hanno mostrato. Indosso scarpe nuove. La grande rivoluzione che in questo "paese straniero" mi s'impone, è nel tempo (non sono andato a vivere in una nuova città o in un altro paese, sono sempre qui, sulle stesse coordinate spaziali). Le scarpe sono strumenti con i quali camminare lungo la linea del tempo. Fino a poco fa indossavo le scarpe di chi aveva una vita lineare, dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì, festività canoniche, Ponti canonici e ferie (nel mese di agosto), una volta l'anno a casa per un'influenza. Le nuove scarpe sono quelle di uno che ha un lavoro per turni. Il lavoro per turni volge lo sguardo in molte direzioni diverse. Verso la notte, il pomeriggio o il mattino e non semplicemente inizia al mattino e termina nel tardo pomeriggio. Cammino ora lungo una nuova linea del tempo, lungo nuovi percorsi. Tutta la quotidianità che ha costruito la forma di una vita, la forma di un giro-vita, la forma di un mondo, è divenuta storia ed è nato un nuovo presente, un nuovo mondo.

Camminando lungo un nastro orario (così tecnicamente si chiama) fatto di 8 ore che non cominciano mai alla stessa ora, riposi che non ci sono mai nelle stesse giornate, ferie mai negli stessi periodi, scopro nuove prospettive di vita e nuove immagini di quotidianità. Raggiungo un nuovo stato mentale, con modalità diverse di percepire, filtrare e ricostruire, l'esperienza. Nel dettaglio, ho visto manifestarsi tre effetti sulla mia vita.

Il primo effetto; i giorni della settimana si srotolano sul calendario in modo diverso. Per me che sono Turnista e per quelli che non lo sono; li chiamerò i Lineari. Ad esempio il Lunedì che dà inizio alla settimana. Questa volta il mio, cade nella tua Domenica. Me ne accorgo perché il bar per la colazione è chiuso e ci sono famiglie in bicicletta che vanno a fare un picnic....di lunedì? Poi c'è il tuo Lunedì, così frenetico e arrabbiato nel ricordo della domenica appena trascorsa. Ma io fatico a capirlo il tuo inizio, perché per me potrebbe essere un Venerdì che apre le porte al mio weekend. Andrò al cinema, al parco, al bar per un aperitivo, dove chi incontri ti vede davvero e non cerca di evitarti come un semaforo rosso quando hai fretta. Vedo così tanta gente infelice che mi pare una ingiustizia globale. Sono contenti solo i parrucchieri, che incontro vicino all'ufficio dell'anagrafe, nella loro Domenica.

Il secondo effetto; la scansione delle ore del giorno perde linearità. Da Lineare; sveglia al mattino, uscita di casa, rientro a la sera, sonno; a Turnante. Sono a far la spesa a mezzanotte (un supermarket h24) comprando le offerte speciali di prodotti dimenticati dai Lineari. Ci vanno persone che hanno appena finito il turno come me. Ci aggiriamo silenziosi fra gli scaffali fino alla cassa, dove il cassiere (turno di notte) è sveglio come un grillo. Parla di una pausa caffè, il collega della security, che smonta fra mezz'ora (deve arrivare il turnista notturno). Nel piazzale antistante al supermarket, ci sono ragazzi che ascoltano musica (li chiameremo i "tiratardi") e due ubriaconi (si girano la bottiglia fra le mani e biascicano discorsi). Faccio un pic nic al parco durante la settimana, quando i più lavorano o sono a studiare. Salgo su treni mezzi vuoti e imbocco strade prive di traffico. Per non parlare di cinema, musei, ristoranti.

Il terzo effetto; nuovi spazi per esprimersi. Ho sempre avuto un forte attaccamento al tempo. Ogni attività, pensiero razionale o desiderio, andavano collocati dentro una scansione temporale e dentro luoghi loro deputati. Ma ora che la linearità del tempo, appresa vivendo per lunghi anni aggrappati al medesimo calendario, orologio e luogo, è saltata, tutto si è rimesso in moto. Persino la memoria. Immagini ed esperienze del passato sono ricomparse (prima sopite dentro una quotidianità troppo zeppa per lasciare spazio alla loro emersione). Ho potuto riconoscere che sono definitivamente morte, anche se le credevo vive (come un antico amore o un luogo dell'infanzia o alcune pagine di un libro), oppure che tornano vive (come la voglia di costruire futuri possibili e aggiungere un po' della leggerezza giovanile che gli anni hanno gravato di pesi).

Tutto ciò significa essere Turnista. Spazi e tempi nei miei Lunedì, nelle mezzanotti, nei vagoni semivuoti della metropolitana e nei parchi senza folla, mostrano sorrisi e discorsi che rendono questa dislocazione, una vera fortuna.

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